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Unicobas contro la legge 107 e i test Invalsi

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Abbiamo ascoltato, sullo sciopero della scuola di ieri 12 maggio 2016, il Segretario Unicobas Lombardia Paolo Latella.

Il sindacato Unicobas, dice Latella, è sceso e scenderà sempre in piazza per ribadire il NO alla scuola dei “testifici” e contro la Legge 107/2015. La protesta è diretta anche contro la cancellazione per tutti, della titolarità di istituto a partire dal prossimo anno, contro la disparità di trattamento per e fra i neo-assunti, contro gli ambiti territoriali grandi quasi come i territori provinciali.

Lo sciopero degli Unicobas, continua a sostenere Paolo Latella, è stato fatto anche contro la chiamata diretta e contro il demansionamento funzionale gestito dai dirigenti con la scusa dell’organico potenziato.

Il Segretario degli Unicobas Scuola della Lombardia si dice contrario al concorso che obbliga i docenti abilitati a sostenere ulteriori prove inutili e dispendiose sia in termini di tempo che va a discapito dei propri studenti e della propria famiglia, per non parlare della spesa economica sempre e solo a carico dei docenti.

Inoltre Latella ricorda che questo governo vorrebbe cancellare i precari non abilitati con anni di servizio sulle spalle e trasformare un professionista della didattica in un operaio cinese che lavora 12 ore al giorno per un pugno di riso e tre euro all’ora.

 

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In buona sostanza, con lo sciopero del 12 maggio 2016, si è voluto mettere l’accento anche sulla questione rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro della scuola. Infatti, secondo Paolo Latella, il Governo Renzi non ha intenzione di rinnovare il contratto scuola e con la questione del bonus per il merito degli insegnanti sta destabilizzando i Collegi dei docenti.

Lo sciopero di ieri, oltre a sollevare la protesta contro la legge 107/2015, ha avuto lo scopo di protestare contro i test Invalsi. Infatti, secondo il prof. Latella, il sistema INVALSI non funziona, perché mette sullo stesso livello di metodologia didattica e profitto, indicatori uguali per tutta l’Italia, non tenendo conto delle diverse situazioni, e fotografano una realtà falsata delle conoscenze e delle competenze degli studenti italiani.

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