Home I lettori ci scrivono Vaccinato per senso di dovere e responsabilità sociale

Vaccinato per senso di dovere e responsabilità sociale

CONDIVIDI

Sono un docente vaccinato e contrariato dalle parole scritte dalla collega A. Ragusa nell’articolo Sono un’insegnante e ho deciso di non vaccinarmi. La mia indignazione non nasce dalla sua legittima volontà di non vaccinarsi, quanto dal paragone improprio che lei stessa fa tra la campagna di vaccinazione anti-Covid e il regime mussoliniano, dimenticando che il vaccino sta salvando delle vite umane mentre il fascismo le persone le uccideva. Le faccio presente che io, al pari di altri, ho deciso di vaccinarmi fin da subito unicamente perché spinto da un senso di dovere e di responsabilità sociale. Ho ascoltato tanti dibattiti in televisione ed è falso affermare che esiste “un’informazione di regime senza un dibattito aperto”, tanto è vero che vi sono esponenti politici che affermano quotidianamente la loro contrarietà all’obbligo vaccinale, facendo molti proseliti tra i vari commentatori nei diversi talk show televisivi. Piuttosto la collega stessa dice di “guardare i numeri da matematica” ma evita nel suo articolo di riportare statistiche e fonti attendibili. Vorrei pertanto integrare le sue affermazioni con tali numeri, la cui omissione rischia di far passare delle “mezze verità” come delle “mezze bugie”. Le riporto in ordine, etichettate in corsivo.

1) il vaccino non protegge dalla possibilità di contagiare e contagiarsi”….”un vaccinato e un non vaccinato possono contagiarsi e contagiare”

Secondo i dati della sorveglianza, elaborati dall’Istituto Superiore della Sanità, il vaccino ha un’efficacia dell’80% dal prevenire l’infezione da Sars-Cov-2, quindi solo una persona vaccinata su cinque si può contagiare. Non accompagnare questo numero alla sua dichiarazione può far passare il messaggio, falso, che chi si vaccina ha lo stesso rischio di infettarsi di un non vaccinato; se tutti fossimo vaccinati i contagi oggi sarebbero almeno cinque volte di meno. Le sue affermazioni quindi sono parzialmente vere e quindi, purtroppo, anche parzialmente false.

2) “i vaccini Anticovid hanno effetti collaterali anche gravi, in percentuale di gran lunga maggiore rispetto agli altri vaccini“Gli stessi medici sconoscono gli effetti collaterali a lungo termine…

L’EMA e l’AIFA, gli enti regolatori europeo e italiano, si sono più volte espresse sulla sicurezza dei vaccini. Tutti i farmaci presentano degli effetti collaterali e di fronte ad una vaccinazione di massa e più facile che si manifestino di più per la legge dei grandi numeri. Se somministrassimo l’aspirina a milioni di persone lei non pensa che qualcuno potrebbe manifestare anche sintomi gravi?

All’atto della somministrazione del vaccino ho firmato una liberatoria che mi informava che non si conoscono gli effetti collaterali a lungo termine. Non è vero che questo venga nascosto ai vaccinati. In ogni caso la scienza è probabilista, non determinista, ossia avanza con l’acquisizione di dati.

4) “il coronavirus è un virus che muta e il vaccino non è sterilizzante…

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato: l’emersione di varianti più pericolose esiste dove vi sono percentuali alte di non vaccinati perché questo costituisce terreno fertile per il virus per sviluppare mutazioni. Vaccinare tutta la popolazione serve a prevenire questo rischio.

5) “guardando ad altri paesi che hanno un maggior numero di vaccinati… si può facilmente dedurre che il virus uccide pure un vaccinato e fra loro si diffonde

Secondo i dati elaborati dall’Istituto Superiore della Sanità il vaccino con doppia dose è efficace al 97% dal prevenire gli effetti più gravi della malattia e quindi la morte. Omettendo il dato la collega fa passare l’idea che vaccinarsi o no sia comunque equivalente nei confronti del rischio di decesso.

Per finire guardando i numeri di questi giorni si può vedere che nonostante i contagi siano decuplicati in pochi giorni, il numero di ricoveri in terapia intensiva è rimasto pressoché stabile grazie agli effetti della vaccinazione. E poi “contagiarsi” non significa necessariamente “ammalarsi”, si può accettare un alto numero di contagi con un basso indice di ospedalizzazione.

Cara collega io rispetto pienamente, senza “ghettizzarla”, la sua volontà di non vaccinarsi ma per favore cerchiamo di leggere i dati in maniera oggettiva e razionale. Su una cosa concordo con lei ossia quando parla di un“lockdown cognitivo in corso” tra le persone. Leggendo tutto quello che lei ha scritto mi sono convinto che ne siamo in piena fase!

Cristiano Villari