Home Attualità Vaccini, è scontro tra Veneto e governo. E ad Aosta spuntano le...

Vaccini, è scontro tra Veneto e governo. E ad Aosta spuntano le classi no vax

CONDIVIDI

Il Veneto non ci sta e annuncia una moratoria sulla vaccinazione obbligatoria per l’ingresso ai nidi e alle materne. 

In un decreto firmato dal direttore generale della Sanità Domenico Mantoan viene prevista una deroga fino all’anno scolastico 2019-2020 per la presentazione dei documenti che attestano l’avvenuta esecuzione dei vaccini o la volontà di farli.

L’intenzione della Regione guidata da Luca Zaia (Lega) è di non lasciare nessun bambino già iscritto fuori da scuola fino ad allora.

Le ultime circolari dei ministeri della Salute e dell’Istruzione ribadiscono le regole: per ammettere a scuola i bambini tra 0 e 6 anni i genitori devono consegnare entro il 10 settembre la documentazione che comprova l’effettuazione di 10 vaccini (poliomelite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae B, morbillo, rosolia, parotite e varicella per chi non l’ha già fatta) oppure la richiesta di appuntamento per eseguire i mancanti.

Ma il Veneto, che negli ultimi dieci anni ha puntato sul convincimento delle famiglie senza imporre obblighi, si appella a possibili incongruenze della legge Lorenzin (da un lato le norme parlano di «documentazione come requisito di accesso).

 

{loadposition carta-docente}

 

In Valle d’Aosta, invece, succede altro.  Assessori che accostano l’obbligo vaccinale alle sperimentazioni di massa naziste. Sindacalisti della Cgil che invitano i dirigenti scolastici ad accogliere i bambini anche se non vaccinati. E, ultima in ordine di tempo, genitori che stanno pensando di bypassare l’obbligo imposto dalla ministra Lorenzin attraverso la creazione di “percorsi scolastici alternativi”. 

“Chiariamoci: la nostra non è una campagna per la scuola privata, anzi. Sarebbe bello che percorsi scolastici alternativi fossero pubblici, come accade in tante altre regioni che, diversamente dalla Valle d’Aosta, hanno istituti steineriani parificati. Il problema è che qui ci sono 60 famiglie con figli sotto i 6 anni che, dopo la pubblicazione della legge Lorenzin, si ritrovano a piedi. In tutto, considerando anche i bambini in età da scuola elementare, superiamo le cento famiglie”, afferma Stefano Minetti, portavoce del comitato «Genitori per la Libera Scelta VdA