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Vaccini obbligatori, effetto Salvini: si va verso la proroga della scadenza del 10 luglio per presentare i certificati

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Potrebbe essere posticipata la scadenza del 10 luglio per la presentazione della certificazione definitiva alle scuole che provi l’avvenuta vaccinazione ai fini dell’iscrizione per il prossimo anno scolastico. La volontà, riportata dalle agenzie di stampa, sarebbe stata già recepita dal Governo, dopo le dichiarazioni sull’inutilità di dieci vaccinazioni dei giorni scorsi, poi parzialmente rientrate, da parte del vicepremier Matteo Salvini, dopo che il ministro della Salute, Giulia Grillo, da parte sua ha ribadito che i vaccini “sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria” e che “in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione”.

Tuttavia, la revisione dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola è prevista dal Contratto di Governo. Ed ora la scadenza del 10 luglio, prevista dalla legge e dalla circolare del ministero dello Salute dello scorso 16 agosto, è ad alto rischio slittamento.

Cosa dice la legge: i vaccini obbligatori

Ricordiamo che la legge sull’obbligo vaccinale per la frequenza scolastica dispone che dieci vaccinazioni dice che sono obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni (ovvero 16 anni e 364 giorni), inclusi i minori stranieri non accompagnati per la medesima classe di eta’, in base alle specifiche indicazioni contenute nel Calendario vaccinale nazionale vigente nel proprio anno di nascita.

Le vaccinazioni obbligatorie sono: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. La legge estende quindi il novero delle vaccinazioni obbligatorie includendo l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite e l’anti-varicella, “in ragione – si legge nella circolare – della loro elevata contagiosita'”.

Tali vaccinazioni sono, pertanto, obbligatorie e gratuite e devono essere offerte in maniera attiva e gratuita, secondo le specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale. Le vaccinazioni che sono invece raccomandate e gratuite per i minori di eta’ compresa tra zero e sedici anni, sempre in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale relativo a ciascuna coorte di nascita, sono: anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-pneumococcica, anti-rotavirus.

Il monito dei pediatri

Intanto, da parte della Sipps, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, giungono parole durissime sulla presa di posizione del vicepremier Matteo Salvini: “Le dichiarazioni in merito alle vaccinazioni rilasciate nei giorni scorsi da alcuni membri del Governo – scrive la Sipps – non possono non preoccupare, in quanto sembrano evidenziare un’inadeguata conoscenza del grave pericolo tuttora rappresentato dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni, e fanno temere che, in nome di posizioni ideologiche prive di fondamento scientifico, si rischi di perdere quanto di buono è stato realizzato anche nel nostro Paese nella lotta contro queste malattie”.

“Si è affermato che 10 vaccini obbligatori sono inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi- spiega Luciano Pinto, vice Presidente Sipps Campania- chi ha espresso questo parere sembra del tutto ignaro delle motivazioni che avevano indotto ad estendere da 4 a 10 il numero dei vaccini obbligatori, e dimostra di non sapere nulla della reale situazione epidemiologica, in Italia e negli altri Paesi, delle malattie che i vaccini prevengono”.

Perché danneggiare i bambini?

“Paradigmatico – prosegue il vicepresidente – è il caso del vaccino contro il morbillo. In Italia da oltre un anno e mezzo è in atto una grave epidemia, con 6.664 casi ufficialmente registrati dal primo gennaio 2017 al 30 aprile 2018, quasi tutti di non vaccinati o vaccinati in modo non completo, che ha causato 8 decessi: 4 bambini sotto i 10 anni e 4 adulti”.

“Non è il ‘rischio sociale di esclusione’ che il Governo deve considerare – conclude Giuseppe Di Mauro, Presidente Sipps – bensì il rischio che un bambino venga incolpevolmente danneggiato da una malattia che era prevenibile. Non è giusto che un bimbo che non può essere vaccinato si ammali a scuola e non lo è neppure che un bimbo sano si ammali di una malattia prevenibile con le vaccinazioni perché i genitori hanno deciso di non vaccinarlo. Lo Stato ha il dovere di agire. Per questi motivi la Sipps si allinea alle altre Società Scientifiche che sostengono la necessità di non modificare l’attuale legislazione”.