
Ha sollevato molte polemiche l’accoglienza di alcune studentesse di un liceo al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Queste ultime si sono lanciate, davanti a lui, con un balletto hip hop, organizzato dalla scuola. In molti hanno criticato l’esibizione, sia come gesto sia dal punto di vista della musica e della coreografia, giudicata inappropriata.
La lettera di Valditara
Il ministro ha deciso di inviare una lettera alla scuola per mostrare vicinanza e difendere la scelta in questione, come riporta Il Secolo d’Italia: “Voglio complimentarmi ancora con voi per le numerose ed esemplari sperimentazioni didattiche che avete avviato e che arricchiscono la vostra scuola. Desidero anche esprimervi la mia solidarietà per le polemiche e le offese di cui siete stati fatti oggetto”.
“So che ad alcune studentesse hanno causato sofferenza. A queste ragazze va la mia vicinanza e il mio incoraggiamento: non consentite mai a nessuno di incrinare la vostra autostima, distruggere il vostro entusiasmo, frenare la vostra creatività. Sappiate anche che non eravate voi il reale bersaglio. Il ‘caso’ è stato montato per cercare di colpire me. Chi in questi giorni ha sollevato critiche pretestuose ha mostrato totale disinteresse e ignoranza del valore formativo ed inclusivo del vostro laboratorio di danza. Lasciamo chi vive di odio e maldicenza cullarsi nella sua mediocrità morale e intellettuale. Voi, guardate avanti, fiere del percorso di crescita che state facendo. Un saluto pieno di stima a tutta la vostra splendida comunità scolastica, a cui va il mio augurio più sentito per un proseguimento sereno delle tante attività che state brillantemente portando avanti”.
Presentata interrogazione in consiglio regionale
Su X (ex Twitter), centinaia di utenti hanno espresso sdegno e imbarazzo: “Povere ragazze, prenderei a testate chi glielo ha fatto fare” scrive Adriano, mentre un altro utente commenta: “Che imbarazzo, mia figlia non l’avrebbe mai fatto. Degrado totale”. C’è chi ironizza, evocando scenari autoritari: “Che schifo da regime coreano” e chi vede nella scena una rappresentazione di sudditanza: “Scandalosi i docenti che hanno avallato tutto questo”.
Non sono mancate voci istituzionali critiche. La consigliera regionale del Lazio, Emanuela Droghei (Pd), ha dichiarato: “Utilizzare il corpo femminile come primo segno di accoglienza istituzionale è un messaggio anacronistico e sbagliato. La scuola dovrebbe superare gli stereotipi, non rafforzarli”.
Dal canto suo, il sindaco di Tivoli ha difeso l’iniziativa, ricordando che la visita del Ministro coincideva con l’annuncio di 680 mila euro di fondi PNRR per migliorare la scuola e che il balletto voleva essere solo un gesto di accoglienza.
“Ho depositato un’interrogazione e una richiesta di audizioni in consiglio regionale sull’episodio che ha visto un gruppo di studentesse esibirsi in un balletto hip hop davanti al Ministro dell’Istruzione Valditara, in visita presso un istituto scolastico. La Giunta Rocca dica se ritengano opportuna o meno questa accoglienza verificatasi in un liceo del nostro territorio regionale”. Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, membro della IX Commissione Diritto allo Studio e Istruzione alla Pisana.
“Un episodio a dir poco imbarazzante, che non ha alcuna valenza istituzionale né alcun contenuto educativo o finalità istruttiva, che invece dovrebbe essere la missione di un’istituzione scolastica e del ministero. Anzi, si tratta di una pratica lesiva dell’identità di genere delle ragazze, coinvolte in un balletto con coccarda tricolore come se fossero delle ‘piccole balilla’, che ripropone un’immagine svalutante della donna e, in generale, dei giovani ridotti a fare la claque al ministro, che sta smantellando il sistema d’istruzione del nostro Paese, invece di rivolgergli delle domande sul futuro della scuola. La scuola dovrebbe essere il primo laboratorio di esercizio del pensiero critico della nostra società e invece assistiamo ad un Governo che vuole formare dei sudditi, non delle coscienze. Un indirizzo coerente, in modo allarmante, con l’autoritarismo al centro del Dl Sicurezza”, conclude Mattia.