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Valditara incontra gli studenti, ma loro rimangono delusi: ci ha liquidati in un’ora, la crisi educativa ha bisogno di risposte

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara continua l’opera di avvicinamento a tutte le componenti della scuola e di chi le rappresenta. Venerdì 2 dicembre ha incontrato le organizzazioni studentesche più rappresentative, per illustrare loro la sua idea di scuola approfondendo il concetto di merito e di sicurezza nelle scuole. L’incontro con gli studenti è durato circa un’ora.

Il ministro Giuseppe Valditara si è detto “soddisfatto dell’incontro con gli studenti del Fast”, definendolo “positivo. Ho ascoltato con attenzione le loro proposte e le preoccupazioni. E’ mia premura avviare un dialogo costante e proficuo. Una grande alleanza per la scuola è possibile”.

L’opera di avvicinamento agli studenti appare, del resto, inevitabile, anche per comprendere da vicino le motivazioni che hanno portato nelle ultime settimane diversi studenti a mobilitarsi e ad occupare i loro istituti.

Meno positivo è però stato il giudizio dell’Unione degli studenti. “L’incontro di questa mattina non ci basta – ha detto Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale Uds – sono mesi che chiediamo al ministro la convocazione del Fast, anche a seguito delle sue dichiarazioni vergognose come quella dell’umiliazione come strumento formativo e dei servizi socialmente utili per gli studenti e le studentesse e la resa obbligatoria delle prove Invalsi per l’accesso all’Esame di Stato”.

L’Uds lamenta anche il fatto che il ministro ha dedicato lodo “solo un’ora per illustrare la sua idea di scuola interrompendo l’incontro alle 11:30 senza nemmeno commentare le nostre proposte. Promette inoltre di convocare il Fast a cadenza mensile, ma a noi le promesse non bastano, questi incontri hanno valore solo se luogo di confronto reale”.

“Non ha senso incontrare il ministro quando le decisioni sono state già prese – ha aggiunto Alice Beccari, dell’esecutivo nazionale Uds -, il 18 novembre siamo scesi in piazza in più di 150mila in oltre 80 piazze del paese per rivendicare una scuola differente, pubblica e accessibile a tutti, e per essere ascoltati. In quell’occasione il ministro non si è presentato” e “dopo abbiamo ricevuto la notizia dello stanziamento di ulteriori 70 milioni di euro alle scuole private nella legge di bilancio. Ha oggi aggiunto che l’abbandono scolastico deriva da problemi legati all’orientamento, alla scuola servono investimenti reali perché possa essere davvero gratuita ed evitare quindi il primo motivo di dispersione scolastica legata in realtà alle condizioni materiali”.

“Questi incontri – ha detto ancora la coordinatrice Bianca Chiesa – sono una presa in giro se non portano a risposte e soluzioni concrete di fronte all’enorme crisi educativa nella quale il nostro paese si trova da anni, che vede migliaia di studenti abbandonare la scuola per i costi troppo elevati o morire nelle fabbriche o suicidandosi per il troppo stress”.

Gli studenti hanno consegnato al ministro il Manifesto della Scuola Pubblica, con cinque proposte che definiscono “fondamentali per la riforma della stessa: Legge nazionale sul diritto allo studio, abolizione dell’Alternanza Scuola – Lavoro, garanzia del benessere psicologico, maggiore rappresentanza e un nuovo Statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti. Ci aspettiamo risposte concrete a proposte concrete, ma fino a quando non le avremo, continueremo a mobilitarci”, ha concluso Chiesa.