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Valditara: “Una dirigente ha detto ad una docente ‘faccia quello che può’. Non lo voglio sentire, è un fallimento”

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha partecipato oggi, 21 maggio, al Convegno organizzato da Snals a Roma, “Innovazioni e sfide per l’istruzione e la ricerca”. Ecco le parole del capo del dicastero di Viale Trastevere in merito a varie tematiche.

“Nelle scuole ci sono innovazioni didattiche, c’è tanta capacità di suscitare entusiasmo. La nostra scuola è un’eccellenza, rappresentata dai docenti e dai dirigenti. Questo, all’interno della stessa scuola e in società non è riconosciuto”.

“Differenziare il personale della scuola dal resto della PA”

“Facile fare scuola quando alle spalle c’è una famiglia strutturata. Ma la forza del nostro Paese è la forza dei nostri docenti. Il mio obiettivo è ridare autorevolezza alla scuola e ai suoi protagonisti. Intanto a livello contrattuale, abbiamo iniziato ma è solo l’inizio. Bisogna iniziare a differenziare il personale della scuola dal resto della PA. Il personale scolastico ha un ruolo delicatissimo”.

“Dobbiamo ridare valore sociale ai docenti. Dobbiamo essere consapevoli del valore della scuola italiana. Ma ci vuole altro: abbiamo insisto sull’assicurazione sanitaria, l’arresto in flagranza per chi aggredisce un docente. Importante è il discorso della condotta. Autorità non è una brutta parola”.

“Una ds ha detto ad una docente ‘faccia quello che può’ di fronte ad un’alunna che non voleva spegnere il cellulare. ‘Faccia quello che può’ non lo voglio più sentire, è il fallimento della società italiana. Allora responsabilità individuale, stretta di condotta, sanzioni pecuniarie, arresto in flagranza, corsi di cittadinanza, percorsi personalizzati come il 4 più 2 alle superiori”, queste le sue parole.

“Ci vuole una scuola che possa fare crescere i giovani allontanandoli da bullismo e devianza: se un giovane sa di avere un futuro allora cambia la prospettiva. Non ci può essere mai contrapposizione tra scuola e famiglia. I problemi ci sono, ma innanzitutto orgoglio di appartenenza a una categoria che svolge il lavoro più bello del mondo. Insieme a salvare vite umane dal punto di vista fisico, ciò che fanno i medici, cosa c’è di più bello del dare un futuro ai giovani? Scuola italiana, fatti portatrice di valori di civiltà che il nostro Paese ha alle sue spalle”.

Il commento di Gilda degli Insegnanti

“Apprendiamo da alcune agenzie di stampa quanto detto dal Ministro Valditara, circa la volontà di prevedere una differenziazione tra il personale scolastico e quello del pubblico impiego. Una notizia che accogliamo positivamente ma che riteniamo possa essere ancora migliore se si supponesse nel contratto una specifica area per la docenza, indispensabile per promuovere la qualità della scuola pubblica – statale e per contrastare l’attacco al concetto di professionalità che sta causando sempre più la svalutazione del ruolo dell’insegnante”.

“Con la speranza che queste parole si traducano poi in fatti, la Gilda continuerà in ogni sede possibile a battersi per il giusto riconoscimento che i docenti hanno il diritto di ricevere”.

A dichiararlo, in una nota, il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana.