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20 mila neo-abilitati tornano a premere per entrare in graduatoria: interrogazione a Profumo

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A pochi giorni dall’insediamento a viale Trastevere del nuovo ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, tornano a farsi sentire i fautori dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento degli abilitati in scienze della formazione primaria. A rompere gli indugi con il nuovo corso ministeriale, attraverso un’interrogazione urgente rivolta allo stesso Profumo, è stato l’onorevole Tonino Russo (eletto in Sicilia nelle liste del Pd): il parlamentare non ha fatto altro che riproporre al Miur un testo molto simile a quello che la scorsa estate aveva trovato il consenso di una sessantina di parlamentari, molti dei quali facenti capo anche alla maggioranza.
La proposta di Russo sembrava cosa fatta. Però, come avviene spesso in queste occasioni, alla fine hanno prevalso le pressioni di altri raggruppamenti (Lega Nord in testa) e parlamentari, fautori a loro volta del nuovo sistema di reclutamento, ostili a qualsiasi apertura di quel centinaio di graduatorie dove sono iscritti ancora 200 mila precari abilitati.
Russo ha invece fatto notare a Profumo che l’inserimento degli abilitati nell’ultimo triennio non solo “non comporta spese aggiuntive” per le casse dello Stato, mentre supererebbe “una volta per tutte gli enormi danni in materia provocati da anni di malapolitica” ai danni dei precari.
Sulla stessa sintonia d’onda si è espressa l’Anief: “l’ennesima interrogazione dell’on. Russo – ha detto il presidente, Marcello Pacifico – è indirizzata a dare giustizia ad almeno 20 mila docenti abilitati a seguito di lunghi ed impegnativi corsi di formazione svolti nelle Università statali italiane. Per questo nei prossimi giorni, non appena saranno calendarizzati i provvedimenti urgenti da approvare per Scuola ed Università, il nostro sindacato riprenderà a sostenere con forza la loro inclusione nelle graduatorie provinciali che danno diritto all’immissione in ruolo”. Secondo Pacifico “è assurdo che ancora oggi, mentre si discute sul regolamento e le modalità di accesso ai Tfa e ai rinnovati percorsi abilitanti per la scuola dell’infanzia e primaria, non si sia risolta con esito positivo una vicenda che tiene in ansia migliaia di cittadini il cui torto è solo uno: voler svolgere la professione di insegnante, dopo aver seguito con successo i corsi accademici previsti dalla legge”. Ma per loro spuntarla non sarà facile. Mai come stavolta, con un Governo puramente tecnico, l’ago della bilancia potrebbe essere rappresentato da come la penseranno il Ministro ed i suoi più stretti collaboratori.