Home Contratti 220 euro posson bastare: di aumento al mese

220 euro posson bastare: di aumento al mese

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Confederali e Snals, con documento comune  di orientamento per il rinnovo del contratto della scuola, chiedono 220 euro di aumento su base mensile perché c’è “una vera e propria emergenza stipendiale del personale della Scuola”. Chiedono, tra l’altro, il mantenimento degli scatti di anzianità, trasparenza sui carichi e sull’orario di lavoro, l’estensione della Card anche al personale con contratto a tempo determinato.

Ma Anief non ci sta e dice apertamente che tutti questi punti sono stati già richiesti in tempi non sospetti.

“Sarebbe il caso di dire ‘meglio tardi che mai’ – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -, perché finalmente, dopo che pure la Consulta ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA, si sono svegliati i Confederali della scuola: in questo modo, sui contratti scaduti dal 2009 ora tutto il fronte sindacale parla la stessa lingua. L’ufficio studi dell’Anief lo chiede da tempo: bisogna dare al personale 110 euro di indennità di vacanza contrattuale: una cifra che altro non è la metà della quota complessiva da noi rivendicata da tempo, comprensiva di arretrati e adeguamenti, che loro oggi hanno chiesto attraverso un documento congiunto”. 

 


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Una sorta di affermazione di primogenitura, quella di Anief, nella richiesta degli aumenti salariali, fermi dal 2009, per i lavoratori della scuola  e che ben tre governi non hanno con scaltrezza glissato. Nella scuola, la parabola discendente delle buste paga, con i docenti italiani maglia nera dell’area Ocde, ha avuto inizio con la Legge Tremonti 122/2010, che ha previsto il blocco dell’indennità fino al 2012; poi è arrivata la proroga del Governo Letta (DPR 122/2013) e dalla Legge di Stabilità  147/2013, confermata dall’attuale Esecutivo con la Legge di Stabilità approvata il 23 dicembre scorso (L.190/14), che ha previsto il blocco dell’indennità di vacanza contrattuale, implicitamente anche degli stipendi, fino a tutto il 2018.