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36 ore? Però si deve dare qualcosa in più del cassetto in sala insegnanti

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” Viste le continue richieste pervenute da parte dei docenti neo-arrivati di poter fruire dei cassetti in sala insegnanti per depositare almeno il registro personale, come
prevede la Legge, si invitano tutti i docenti che già fruiscono di un cassetto di voler
scrivere, ove già non sia stato fatto, il proprio cognome nell’apposita etichetta
dell’unico cassetto che deve rimanere a propria disposizione e liberare al più presto gli altri eventualmente occupati “. Nel cassetto di solito possono trovare posto, oltre il registro cartaceo, che dal prossimo anno non esisterà più a vantaggio del registro elettronico, qualche libro o documento riguardante l’attività scolastica del docente. Se la cattedra, come da più parti si ventila, dovesse passare dalle attuali 18 ore a 36, probabilmente il cassetto come unico punto di riferimento personale di una attività professionale non basterà più. Come minimo al docente dovrebbe essere destinato uno ” studiolo ” con tanto di scrivania e libreria, dove ospitare gli allievi desiderosi di approfondire o recuperare i contenuti disciplinari trattati in classe. Quindi va bene fare politiche scolastiche finalizzate all’aumento dell’orario settimanale dei docenti di scuola, ma contemporaneamente si deve affrontare il conseguente problema logistico, infatti, dovrebbero essere aumentati, attraverso opportune riqualificazioni strutturali, gli spazi non comuni riservati alle attività extra aula del docente, come l’elaborazione delle prove scritte, le correzioni, le motivazioni analitiche delle valutazioni, l’autoaggiornamento professionale, lo studio, approfondimento e le collaborazioni disciplinari dentro e fuori la scuola. Il tutto in nome della qualità del lavoro didattico – organizzativo dell’insegnante e della scuola.