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A che servono i dati Invalsi se la scuola non cambia? Ricci: neanche l’Istat cambia il mondo del lavoro, ma nessuno la contesta. Il nostro ruolo è rilevare i dati, non agire

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I dati Invalsi servono? A rispondere alla provocazione di chi sostiene che queste rilevazioni non porterebbero alcun miglioramento al sistema scolastico, Roberto Ricci, Presidente dell’Invalsi, durante la presentazione dei dati 2022 alla stampa, ribatte: “Come l’Istat rileva il tasso di occupazione/disoccupazione senza che nessuno le contesti che non fa nulla per migliorare tali livelli di occupazione, così il ruolo dell’Invalsi è di rilevare i dati, non di agire a modificarli”.

Il sondaggio della Tecnica della Scuola

 La Tecnica della Scuola interroga i propri lettori su quelle che potrebbero essere le strategie non solo didattiche ma di sistema che potrebbero aiutare la scuola ad essere più efficace sul fronte delle competenze degli alunni e della riduzione dei tassi di abbandono scolastico. Come migliorare le competenze e ridurre la dispersione scolastica?

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I dati Invalsi di scuola primaria si confermano i migliori

Quali dati ha rilevato l’Istat? Al di là dei preoccupanti esiti relativi alle scuole superiori, di cui abbiamo riferito in un precedente articolo, ciò che conforta è che la scuola primaria regge, come in passato. La scuola primaria – ci spiega il comunicato Invalsi – riesce a garantire risultati analoghi a quelli riscontrati nel 2019 e nel 2021. Il confronto degli esiti della scuola primaria del 2019, del 2021 e del 2022 ci restituisce un quadro sostanzialmente stabile. Si conferma quindi la tenuta della scuola primaria in questi anni di pandemia.

Seconda classe di scuola primaria

  • In Italiano circa 3 allievi su 4 (72%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Valle d’Aosta, Umbria, Lazio e Molise conseguono risultati sopra la media nazionale; la Sicilia ottiene risultati sotto la media nazionale;
  • In Matematica circa 3 allievi su 4 (70%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Il Molise consegue risultati sopra la media nazionale; la Provincia Autonoma di Bolzano (lingua it.) ottiene risultati sotto la media nazionale.

Quinta classe di scuola primaria

  • In Italiano un po’ di più di 3 allievi su 4 (80%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Aumentano di 5 punti percentuali gli allievi che raggiungono almeno il livello base. Valle d’Aosta e Umbria conseguono risultati sopra la media nazionale, mentre Calabria e Sicilia ottengono risultati sotto la media nazionale;
  • In Matematica un po’ meno di 3 allievi su 4 (66%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Umbria, Marche, Molise e Basilicata conseguono risultati sopra la media nazionale, mentre Calabria, Sicilia e Sardegna ottengono risultati sotto la media nazionale;
  • Buoni i risultati d’Inglese degli allievi della scuola primaria italiana. Il 94% (+2 punti rispetto al 2018) degli allievi raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è l’85% degli allievi (+6 punti rispetto al 2018) a raggiungere il prescritto livello A1 del QCER. Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 95-96%, mentre al Sud circa il 92%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l’85-90% al Nord e al Centro, mentre circa il 75% al Sud.
  • Diminuisce la differenza tra scuole in tutta Italia, anche se in Italiano, in Inglese e ancora di più in Matematica si riscontra una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali. Ciò significa che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.