Home Personale Abusi a scuola, docente assolta torna in classe: insegnerà a porte aperte...

Abusi a scuola, docente assolta torna in classe: insegnerà a porte aperte e sempre con un collega, genitori in rivolta

CONDIVIDI

Una vicenda alquanto curiosa e complessa. Una docente accusata di maltrattamenti nei confronti di 21 bambini nelle scuole di Torino è stata assolta ma dovrà, d’ora in poi, insegnare con la porta dell’aula aperta. Lo riporta La Repubblica.

La donna tornerà a lavorare nella scuola in cui è scoppiato il caso il prossimo 21 gennaio, ma i genitori sono in rivolta: “E ora come facciamo? Io tolgo mio figlio dalla scuola”, scrivono. Si susseguono riunioni e richieste di incontri con la preside. Qualcuno ha telefonato al provveditorato per segnalare la vicenda, altri hanno scritto direttamente in procura, al pm che aveva coordinato l’inchiesta, sollecitando il ricorso in appello.

Da qui il compromesso, emerso dopo un incontro tra i genitori e la dirigente scolastica: “Lei potrà insegnare solo a determinate condizioni. Solo materie con poche ore. E con la porta aperta. Non potrà mai stare da sola con i bambini. Sarà sempre affiancata da un’altra docente”.

La maestra dice di essere serena: “L’ho sempre detto: non ho mai fatto male a nessuno e sono vittima di qualcuno che ha architettato contro di me un complotto. Torno a scuola perché è un mio diritto. E sono chiamata a farlo. Torno lì in automatico perché sono la titolare di quella classe. Sono di ruolo, ho sempre lavorato con le porte aperte. Ed è una scelta di molte insegnanti, non siamo chiusi in gabbia. Lo facciamo a tutela dei ragazzini. Sono serena perché non ho mai fatto nulla di male”.

Le accuse

I presunti maltrattamenti riguardavano il periodo tra il 2014 il 2018. La donna, arrestata nel 2019, secondo le carte dell’inchiesta, più volte aveva usato toni forti nei confronti degli allievi: “Se voi parlate vi butto giù dalla finestra e i vostri genitori li denuncio tutti”, “Sei fuori di testa”, “Deficiente”. Gli studenti erano bambini tra i 6 e i 9 anni. Per l’accusa, ad alcuni di loro veniva anche vietato di andare in bagno per lunghi periodi di tempo, fino a farsi la pipì addosso. L’ipotesi era che le altre tre imputate sapessero cosa succedeva nelle classi, ma non avrebbero fatto niente per evitarlo o interromperlo.

Lei, dal canto suo, ha sempre negato. “Questa vicenda è tutta un grande tranello, io sono innocente”, queste le sue parole. Aveva ammesso un rapporto difficile con alcune colleghe, che a suo avviso avrebbero messo in giro informazioni false su di lei. “Ma non è vero che i bambini mi odiassero – diceva – Ho tante foto con loro in braccio. Si sarebbero fatti avvicinare, se mi avessero temuta?”.

“Ne abbiamo sentite di ogni nei nostri confronti” – ripercorre la responsabile di plesso assolta – “Erano accuse infondate. Resta molto rammarico per questi anni così complessi, che ci hanno portato via la serenità”.

La difesa

La donna, nel corso del processo, aveva citato diverse letterine, regali e altri gesti che testimonierebbero invece l’apprezzamento da parte dei genitori. Secondo l’avvocato che difende l’ex maestra “non ha fondamento il messaggio di maestra terribile” ma, sottolinea, sarebbe frutto “di un contagio dichiarativo di cui tutti sono vittima, come emerso dal dibattimento e rappresentato dalle nostre consulenti”. Contagio dichiarativo che “si riverbera sui bambini e sui genitori”.

La docente era già finita sotto inchiesta nel 2011 e nel 2016 per abuso di mezzi di correzione e maltrattamenti. I fascicoli furono archiviati dalla procura.

L’ex maestra aveva puntato il dito contro colleghe da cui diceva di essere “sempre monitorata e mi lasciavo monitorare”. Ha raccontato di essere stata “aggredita a parolacce” da una di loro, anche con “attacchi davanti ai bambini e alla psicologa”.

Questo tipo di atteggiamenti contro di lei sarebbero stati ripetuti. Parla di “una preghiera o un rito voodoo” raccontando di un bigliettino che girava tra i banchi di una classe quinta su cui ci sarebbe stato scritto ‘maestra schifosa’ per tre volte, scritto da una bimba che a detta sua “faceva il lavaggio del cervello ai compagni per odiarmi”.