
Achille Costacurta, figlio 21enne della modella e attrice Martina Colombari e del calciatore Alessandro Billy Costacurta si è aperto ai microfoni del podcast One More Time di Luca Casadei. Nel corso della lunga discussione, che lo ha visto illustrare tutti i disagi che ha provato nella vita, tra TSO e tentativi di suicidio il ragazzo ha parlato molto anche di scuola.
Achille Costacurta e la paghetta di 50 euro a settimana
“In quinta elementare mi hanno detto ‘Guarda noi ti promuoviamo tra virgolette però l’anno prossimo devi cambiare scuola'”, ha raccontato Costacurta, che ha rivelato di aver frequentato scuole inglesi. “Non mi avevano ancora diagnosticato l’ADHD, lo hanno fatto qualche tempo fa”.
“Mi hanno buttato fuori in prima media, poi in terza non mi ammettono all’esame per il comportamento. Poi vado in una scuola italiana, il preside era un santo. Al liceo dopo tre mesi mi sbattono fuori. Avevo avuto una discussione con il preside, mi prende dal braccio, mi fa cadere, mi fa cadere l’orologio e io lo prendo a pizze”.
“Mi hanno iniziato a dare la paghetta in prima media, mi davano €3 la mattina da spendere al bar a scuola tutti i giorni. Essendo una scuola comunque internazionale tutti arrivavano già coi macchinoni quindi io ero già proiettato e pensavo già alla vita lussuosa. Alla fine rincorrere il soldo è tossico perché ti fai guardare da tutte quelle persone che non fanno il tifo per te ma magari ti invidiano. La paghetta a tredici anni era 50 euro a settimana”.
Martina Colombari parla del figlio a scuola
In un’intervista di tempo fa nel podcast Mamma Dilettante di Diletta Leotta, Martina Colombari ha parlato del complicato rapporto con il figlio, soprattutto riguardo all’educazione a scuola.
“Quello che avveniva fuori di casa era molto diseducativo: lui per un periodo ha pensato che gli fosse tutto dovuto, da qui la difficoltà nel rispettare le regole, nel rispettare l’autorità”.
Proprio per questo motivo, ha spiegato Colombari, questa fase di ribellione del figlio li ha portati anche a cambiare diverse scuole: “La sua frase storica è sempre stata ‘No mamma non è come credi’. Dopo una nota, dopo un’espulsione a scuola, dopo una marachella, dopo un petardo nel water dello spogliatoio del basket. ‘No mamma non è come credi’. Lui aveva sempre una sua versione, peccato che non corrispondesse mai alla realtà”.
E ha aggiunto: “Inizialmente lo mettevi in castigo, poi gli toglievi delle cose, poi invece ho lavorato sui premi, però poi devono sbagliare anche loro, prendere delle porte in faccia e arrangiarsi un po’. Non puoi esserci sempre tu. Lui le ha prese due sberle, anche più di due. Da me, dal padre”.
“Faccio errori come tutti, ma sono un bravo ragazzo”
“Faccio errori come tutti, ma sono un bravo ragazzo,” aveva detto tempo fa il giovane. “Nella vita ho fatto tante cose, ho fritto in un bar, poi ho lavorato in ufficio. Ora mi sono fermato per pensare“, ha spiegato. Il giovane ha rivelato di voler tornare a studiare, con un obiettivo chiaro: “Il 3 ho un’udienza, poi vado a riscrivermi al liceo. Mi presenterò all’esame senza dover frequentare la scuola”.
Il giovane ha poi svelato uno degli aspetti più duri del suo percorso: un anno e sette mesi trascorsi in un centro penale a Parma. “Eravamo ragazzi di tutte le età, in camere da quattro ed eravamo in trenta“, ha raccontato, aggiungendo dettagli sulle dure condizioni del centro. “Loro prendevano 160 euro a persona e a noi davano massimo un cucchiaino di parmigiano a pranzo e uno a cena. Il ketchup e la maionese solo il sabato e la domenica, le bibite solo nei festivi”.
Poi ha raccontato anche di aver lavorato in cucina e nell’orto, ma di aver perso la possibilità di utilizzare il trattore per averlo usato di notte senza permesso.
“Sbagliando si impara, e per fortuna l’ho capito adesso, meglio ora che a 50 anni. La comunità? Ne parlerò nel mio libro, tanti ricordi traumatici li ho rimossi. Però questa esperienza dura mi è servita, ma la mia testa è un po’ matta e ogni tanto ci ricasco”, ha concluso.




