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Al via le prove Invalsi. Protesta nei sindacati di base. Dal 2018 si cambia anche per i prof

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Al via le prove Invalsi. Si comincia oggi con gli alunni di seconda e quinta elementare. 1,1 milioni di bambini chiamati a rispondere ai quiz di italiano. Quelli di seconda avranno anche una prova di lettura. Venerdì 5 spazio alla matematica sempre per le secondi e quinte classi che dovranno compilare anche un questionario. Il 9, invece, sarà la volta delle scuole superiori. Coinvolte nelle prove di italiano e matematica saranno quasi 550mil a studenti. Il 15 giugno, invece, è in programma la prova nazionale nell’ambito degli esami di terza media: altri 571mil a alunni. In totale gli alunni coinvolti saranno più di 2 milioni.

L’Invalsi invierà osservatori esterni in circa 750 scuole primarie e 1200 nelle scuole superiori.

I sindacati autonomi Cobas, Unicobas e Usb hanno annunciato uno sciopero per l’intera giornata del personale docente e Ata contro i quiz “strumento di valutazione delle scuole, degli studenti e del personale”. La partecipazione alle prove negli anni precedenti è stata sempre elevata con punte del 97% negli istituti di scuola primaria.

L’Invalsi determinerà la valutazione delle scuole e delle modalità di insegnamento dei docenti che, per adeguarsi ai quiz, dovranno conformare la propria didattica agli indovinelli. Ne emerge un nuovo modello di docente “adattabile”, somministratore di prove standardizzate e “illustratore” di manuali  per quiz, nel quadro dell’immiserimento materiale e culturale della scuola pubblica e del ruolo dei docenti, destinati ad un lavoro da “manovali intellettuali” tuttofare, flessibili e disponibili alle mutevoli esigenze di una sempre più cialtrona “scuola‐azienda”. Per tutte queste ragioni, nel qualdro della più generale opposizione alla legge 107 e agli otto decreti attuativi, abbiamo indetto per il 3 maggio (scuola dell’Infanzia, Primaria e Media) e per il 9 maggio (scuola Superiore) lo sciopero dell’intera giornata del personale docentre ed ATA, al fine di boicottare i quiz come strumento di valutazione delle scuole, degli studenti e del personale, hanno dichiarato in una nota unitaria Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas Scuola e Stefano D’Errico, segretario nazionale dell’Unicobas.

Critiche anche dai partiti: I quiz INVALSI, di cui i recenti decreti attuativi della 107 aumentano ancora il peso condizionante, nulla hanno a che vedere con l’apprendimento ma sono uno strumento improprio ed ingiusto, per classificare studenti, docenti ed interi istituti con lo scopo di individuare scuole di serie A e di serie B, uno strumento che inquina profondamente la vita della scuola e l’attività didattica”, hanno dichiarato Luca Cangemi e Salvatore Ferraro, responsabili nazionali scuola del PCI e della FGCI.

 

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Dal prossimo anno, però, cambierà tutto. L’Invalsi andrà incontro a una rivoluzione. Alla scuola media le prove si svolgeranno entro il mese di aprile (alla primaria rimane tutto invariato, cioè maggio). In terza media, quindi, il test non farà più parte dell’esame di licenza, non inciderà sul voto finale del diploma e gli esiti saranno inseriti nella certificazione delle competenze. A fianco della prova di italiano e matematica, poi, in quinta primaria e terza media, saranno introdotte, per la prima volta in Italia, prove sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese, coerenti con il Qcre per le lingue (Quadro comune di riferimento europeo).

Novità anche per i docenti è che l’Invalsi diventa “attività ordinaria d’istituto”. Non sarà più, come adesso, volontaria, ma rientrerà nei normali compiti del personale scolastico (ciò renderà più difficili eventuali boicottaggi, dando ai presidi uno strumento in più per garantire il regolare svolgimento delle prove).