
Spesso si parla di una possibile modifica del calendario scolastico, i cui favorevoli spingono per chiudere le scuole, ad esempio, a giugno inoltrato anziché all’inizio del mese, con più pause durante l’anno, sul modello di altri istituti europei.
Allerta caldo in Europa
Ma in molti si oppongono: a giugno in Italia c’è troppo caldo, non si può fare lezione a 40° all’ombra. In effetti, quello che sta succedendo in Francia in questi giorni è emblematico. Come riporta Il Post, dalle 12 di oggi, martedì 2 luglio, sedici dipartimenti francesi, che comprendono anche la capitale Parigi, sono in allerta rossa per il grande caldo.
“È giunto il tempo che la Francia dispieghi un grande piano di equipaggiamento per l’aria condizionata. Lo lancerò già dal nostro arrivo al potere”: a scriverlo su X qualche giorno fa è stata Marine Le Pen, l’esponente del Rassemblement National (RN), uno dei partiti di estrema destra.
In questi giorni in Francia sono previste temperature massime tra i 38 e i 40 °C anche in zone dove non sono la norma, e perfino superiori in certe zone nel sud del paese: è una situazione che ormai tende a ripetersi ogni estate a causa del cambiamento climatico. Quasi 1.900 scuole sono state chiuse parzialmente o del tutto, mentre in 34 dipartimenti sono state introdotte restrizioni nell’uso dell’acqua.
Calendario scolastico, la situazione in Europa
Secondo il Rapporto Eurydice, nella maggior parte dei sistemi educativi europei, gli studenti hanno a disposizione, durante il periodo estivo, tra le 8 e le 12 settimane di vacanza. Tuttavia, la durata delle vacanze estive varia in modo significativo da un paese all’altro: si va dalle non più di 8 settimane nella Comunità francese del Belgio, in Danimarca, in alcuni Länder tedeschi, Francia, Paesi Bassi, alcuni cantoni svizzeri, Liechtenstein e Norvegia, fino a periodi di vacanza superiori alle 12 settimane in Irlanda, Grecia, Lettonia, Malta, Portogallo, Albania, Islanda e nella maggior parte delle regioni italiane.
Calendario scolastico, è da modificare?
Il calendario scolastico, l’anno scorso, è diventato un argomento particolarmente dibattuto. Durante l’estate in tanti hanno sostenuto la proposta di posticipo di avvio delle lezioni, come il Coordinamento Nazionale Diritti Umani, il quale partendo dal dato oggettivo che “moltissime scuole non dispongono dei climatizzatori nelle aule scolastiche” ha chiesto “di modificare i calendari regionali posticipando l’apertura delle attività scolastiche all’inizio di ottobre/fine di settembre”.
La richiesta, sostenuta anche dall’Anief, è stata pure oggetto di un sondaggio della Tecnica della Scuola, dal quale è emerso il consenso di quasi tutti i partecipanti (circa il 90%), anche se sulle modalità di attuazione, una parte si è mostrata scettica.
La petizione
C’è una richiesta che hanno avanzato tempo fa delle mamme influencer: si tratta del duo Mammadim***a, composto da due donne che raccontano in modo originale e anticonformista la genitorialità e il ruolo della donna all’interno della famiglia. Come riporta Il Fatto Quotidiano, le due hanno lanciato una petizione online, denominata così: “RISTUDIAMO IL CALENDARIO! Un nuovo tempo scuola NON è più RIMANDABILE”.
“Il calendario scolastico era stato studiato per consentire ai bambini di aiutare i genitori nei campi, va rimodulato. Siamo ancora fermi all’Ottocento e alla riforma agricola. Siamo il paese europeo con più giorni di frequenza scolastica ma siamo il Paese che chiude per più settimane consecutive la scuola“.
“Questo comporta una perdita di competenze enorme per i bambini, si parla di summer learning loss. A settembre assistiamo ad una ripresa lenta e a singhiozzo, si riprende a pieno ritmo circa due settimane dopo la riapertura. Chiediamo che le scuole restino aperte a giugno, a luglio con un’offerta formativa del terzo settore. Questo si porta dietro un ripensamento della didattica, che non può essere più statica, e dei luoghi dove fare scuola, una revisione dell’edilizia scolastica”.
“Questa chiusura prolungata accentua le differenze sociali: i figli delle classi agiate fanno viaggi di formazione, gli altri saranno parcheggiati a casa davanti la televisione o in strada. Il nostro è uno dei sistemi più stressanti del mondo, gli eccessivi carichi di lavoro concentrati nello stesso periodo di tempo, infatti, comportano effetti negativi non solo sul rendimento scolastico, ma anche sul benessere psicofisico”, così scrive il duo sulla pagina della petizione. Questa è arrivata a 35mila firme, 15mila pervenute soltanto negli ultimi due giorni.