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Alternanza scuola-lavoro anche in parrocchia

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Le famose ora da dedicare, secondo i crismi della cosiddetta buona scuola, all’alternanza scuola-lavoro si possono realizzare in forme e in luoghi anche impensabili, passando dalle aziende alle botteghe, dai musei agli enti pubblici, dall’ufficio del commercialista allo studio del geometra, ma anche attraverso gli oratori delle parrocchie.

E allora succede che la scuola, per ottemperare all’indicazione ministeriale, si  rivolga alle parrocchie  per la realizzazione di percorsi di lavoro  in archivi e biblioteche, musei e istituzioni culturali, attività di volontariato in generale, insieme ad altre opportunità tipiche di ogni parrocchia.

Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, tale l’offerta, arrivata all’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e comunicata ai presidi con la nota del 2 febbraio, sarebbe partita da una dozzina di chiese di Milano e altrettante di Bergamo.

Si tratta insomma, in mancanza magarti di industrie o di aziende che richiedano alunni per stage, di fare volontariato, attività negli oratori, nei centri estivi, assistenza agli anziani, ma non solo, gli studenti potranno “lavorare” negli archivi parrocchiali, inventariare i beni artistici, organizzare le attività per i ragazzi più piccoli o per quelli più fragili.

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Le scuole potranno approfondire i dettagli relativi alla collaborazione direttamente con i parroci e con i sacerdoti responsabili delle varie parrocchie e dei centri ricreativi estivi (quanto prima – promette la nota dell’Ufficio Scolastico – saranno aggiornati nuovi elenchi).