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Alternanza scuola-lavoro, è di nuovo polemica per la morte di uno studente. Cosa accade in Europa?

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L‘infortunio sul lavoro che ha portato alla morte di un ragazzo delle scuole superiori nel Belpaese apre ancora in dibattito sulla fattiva utilità didattica, formativa, d’inserimento delle attività di scambio scuola-lavoro, col fine, almeno in via ufficiale, di garantire un efficace inserimento in un mondo sempre più voluminoso, schizoide e in rapido cambiamento. L’assenza di retribuzione del tirocinio, l’impatto negativo sulla didattica, vista la privazione di settimane, talvolta mesi interi, di lezioni frontali sono le maggiori critiche in ambito organizzativo avanzate dalle parti politiche, il quale reclamano la nocività di tali misure parte di un pacchetto di provvedimenti discutibile. Il discorso pubblico è stato riacceso dall’oramai non più inconsueto – e tragico – infortunio mortale subito da un ragazzo in alternanza. Quali e garanzie e i fini di tali attività? Cosa accade in Europa?

Le attività scolastiche di natura professionale. In Europa non siamo i soli

Numerose realtà europee annoverano, integrate con i sistemi di didattica tradizionale, delle esperienze di alternanza a scopo d’inserimento professionale con il rilascio successivo, oltre ad una mera retribuzione forfettaria, di una certificazione tecnica spendibile presso il mercato del lavoro locale e, talvolta, europeo. Di alternanza lavorativa in senso stretto si può parlare in paesi come Germania, Francia e, con le dovute specificazioni e necessarie semplificazioni, nel Regno Unito. Elemento comune ai paesi che adottano questo sistema, è comunque la presenza congiunta di attività seminariali, stages, tirocini, retribuiti secondo specifiche norme e, talvolta, a discrezione dell’azienda ospitante. Quest’ultimo tipo di formazione presenta caratteristiche più generali rispetto a quella che prevede periodi di lavoro retribuito sotto forma di apprendistato e che è destinata a conferire anche una qualifica e una professionalità più specifiche e approfondite in settori più delimitati. Resta mirato in Germania, ad esempio, il fine professionale d’inserimento, con dei tirocini contrattualmente retribuiti dedicati ad una particolare professione presso scuole di stampo tecnico e professionale; anche in Spagna e Danimarca accade lo stesso: le regioni amministrative, secondo l’effettiva disponibilità e distribuzione delle aziende locali, stipulano dei veri e propri contratti di stampo collettivo inserendoli nei curricula somministrati presso gli istituti tecnici e professionali. Nel caso specifico è l’istituto che raggiunge in seguito stretti accordi con le attività, organizzando calendari e sessioni di scambio professionale. Tale iniziativa ha attratto, almeno in Spagna, numerosi studenti presso gli istituti non liceali, facendo registrare un boom di iscritti nella decade 2005 – 2015 del +30 %.

Muore in fabbrica uno studente in alternanza: è polemica

Uno studente in alternanza appena maggiorenne era impegnato presso un’industria metalmeccanica quando una lastra di metallo lo ha colpito ferendolo gravemente attraverso una compressione degli arti inferiori. È accaduto a Portogruaro, nel Veneziano. Inutili gli interventi del 118. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri. Sono scattate immediatamente le polemiche, con una primaria e diretta dichiarazione del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “Ho appreso con dolore della tragedia di Portogruaro. Una morte inaccettabile che ha colpito tutta la comunità scolastica. Insieme a tutta la scuola italiana sono vicino alla famiglia”. Immediato il contrattacco delle organizzazioni studentesche, favorevoli ad una didattica salubremente integrativa con il mondo delle professioni e dell’impresa. “Uno studente di 18 anni è morto mentre stava lavorando per uno stage scolastico in un’azienda a Noventa, in provincia di Venezia, colpito da una lastra di metallo che gli ha schiacciato le gambe. Quello di oggi non è un caso isolato – dichiara Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti – è l’ennesima morte di un ragazzo dovuta alle mancate tutele di sicurezza, alla precarietà e ad un rapporto tra istruzione e lavoro malato, che in maniera strutturale e continua sotto tutela, sfrutta e uccide”, riferisce il Portavoce dell’Unione degli Studenti, favorevole dei PCTO, meglio noti come i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, a favore di un inserimento più ragionato e meno rischioso.