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Alunna bocciata ammessa dal Tar, Rusconi: “motivazioni didattiche e formative competenza del Consiglio di classe e non della magistratura”

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Sulla vicenda dell’alunna bocciata e riammessa dal Tar, si segnala il commento del presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Roma Mario Rusconi. Queste le sue parole al Tgr Lazio:

“Vi sono due aspetti da sottolineare nella sentenza del Tar che ha annullato la bocciatura di una ragazzina di Tivoli di prima media. Il primo riguarda la mancanza di adeguate motivazioni. Noi ricordiamo sempre ai nostri colleghi docenti che è importante quando si fa una valutazione positiva o negativa, che siano ben espresse le motivazioni del Consiglio di classe, altrimenti si rischia, come in questo caso, di veder annullata la decisione degli insegnanti”.

“Il secondo aspetto invece riguarda le motivazioni di natura didattica e formativa espresse dal Tribunale Amministrativo. Noi pensiamo che tutta la parte pedagogica e formativa sia di esclusiva competenza del Consiglio di classe, cioè dei docenti e che non debba riguardare assolutamente le competenze della magistratura”.

Valditara: “Ho letto la sentenza. Rispetta gli aspetti formali, non sostanziali”

“L’ho letta con grande attenzione – afferma il Ministro al ‘Messaggero’ – la decisione del Tar accentua gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali e sotto il profilo strettamente formale appare corretta, anche perché non “promuove” la studentessa, ma annulla la decisione del consiglio di classe ritenendola non adeguatamente motivata e rimettendo la decisione finale nelle mani della scuola. È vero piuttosto che la normativa è complessa e si sente sempre più l’esigenza di un testo unico del diritto scolastico; bisogna ragionare in questa direzione per rendere più semplice il lavoro dei dirigenti scolastici e dei docenti”.

Per Valditara inoltre è “ necessario utilizzare specifiche ed esclusive competenze tecniche, in possesso di personale specializzato e formato al loro uso. Tra questi ordinamenti settoriali spicca quello scolastico, che non a caso è affidato ai docenti, e non a generico personale amministrativo. Solo i docenti conoscono bene sia le singole materie di insegnamento sia le tecniche di valutazione culturale e psicologica da applicare agli studenti”.

E poi aggiunge: “Andando oltre il caso specifico, ho costituito un gruppo di lavoro al ministero, composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa. L’obiettivo è proprio quello di definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all’ordinamento scolastico”.

E alla domanda, se dopo questo caso non si rischia una valanga di ricorsi da parte delle famiglie con figli bocciati, il ministro risponde: “Occorre allargare il discorso verso una responsabilizzazione dei genitori all’interno dell’alleanza educativa che non deve contrapporre famiglie e scuola nell’interesse innanzitutto dei giovani, contando sulla collaborazione anche della magistratura amministrativa”.