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Amnesty International, Rapporto annuale 2005

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Il 25 maggio, alle ore 11.30, presso la Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani (Piazza della Enciclopedia Italiana 4 – Roma), la sezione italiana di Amnesty International presenterà il "Rapporto Annuale 2005", che documenta la situazione dei diritti umani in 149 Paesi e territori nel corso del 2004. Fornisce, inoltre, un quadro del lavoro svolto dall’organizzazione per promuovere i diritti umani e lottare contro specifici abusi su temi quali la violenza sulle donne, la tortura e il commercio di armi.

Dal Rapporto emerge che sessant’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, i governi continuano a tradire le loro promesse di un ordine del mondo basato sui diritti umani e perseguono gli obiettivi di una nuova, pericolosa agenda.
Il linguaggio della libertà e della giustizia è finalizzato ad adottare politiche che sfruttano la paura e l’insicurezza, come i cinici tentativi di ridefinire e condonare la tortura. La nuova agenda, insieme all’indifferenza e alla paralisi della comunità internazionale, è stata fallimentare per le svariate migliaia di vittime delle crisi umanitarie e dei conflitti dimenticati nel corso dell’anno passato.

Durante la conferenza stampa, Amnesty International presenterà il nuovo briefing  "Da Tian An Men a oggi: violazioni dei diritti umani in Cina" (EGA Editore).

Da segnalare, inoltre, che il mese scorso è stato inaugurato il Centro di Documentazione di Amnesty International, punto di riferimento nazionale dell’associazione per la ricerca e la formazione sui diritti umani. I materiali raccolti e disponibili, sia in formato cartaceo che all’interno di "librerie virtuali", presentano una panoramica sulle tematiche inerenti i diritti umani. Il Centro di Documentazione si trova in via G.B. De Rossi, 10 – Roma (tel. 06/4490252; fax 06/4490222; e-mail: [email protected] , cliccabile da "Ulteriori approfondimenti").

Maggiori informazioni sulle attività di Amnesty International possono essere rintracciate sul sito internet www.amnesty.it (cliccabile da "Ulteriori approfondimenti").