Home Graduatorie Ancora sul bando per le graduatorie Ata e l’apertura agli stranieri

Ancora sul bando per le graduatorie Ata e l’apertura agli stranieri

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Nella giornata di ieri un avviso del Miur sembrava aver dato risposta alle richieste avanzate dall’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) su un errore formale contenuto nel bando relativo alle graduatorie di istituto di terza fascia del personale Ata.

Il D.M. n. 717/2014, ricordiamo, all’art. 3, comma 1, lettera a) non ricomprende tra gli aventi diritto a presentare la domanda i cittadini di Stati terzi non membri dell’Unione europea protetti dal diritto dell’Unione europea, ovvero i familiari di cittadini di Stati membri UE, i ‘lungo soggiornanti’ di cui alla direttiva 109/2003 e i rifugiati e titolari di protezione sussidiaria. E questa era stata segnalata come una evidente discriminazione, perché non teneva conto delle prescrizioni contenute nell’art. 38 del D.l.vo 165/2001, così come modificato dalla cosiddetta Legge europea del 2013.

Discriminazione in parte sanata con l’avviso di ieri con cui il Miur ha informato che “le disposizioni di cui all’art. 3, comma 1, lettera a) del bando sono da intendersi armonizzate con le prescrizioni contenute nell’art. 38 del D.l.vo 165/2001, così come modificato dall’art. 7 della legge 97/2013”.

Da un contatto diretto con l’ufficio comunicazione dell’ASGI è però emerso che l’Associazione, benché abbia accolto positivamente la diffusione dell’avviso, continua a contestare non solo la forma (perché “un bando modificato da un successivo avviso comporta la  evidente violazione dei principi di trasparenza e chiarezza della azione pubblica”), ma soprattutto il mancato differimento dei termini.

“Resta il fatto – ci scrivono dall’ASGI – che l’informazione corretta è stata diramata a sole due settimane dai termini di scadenza del bando: sicché gli stranieri hanno a disposizione un termine di gran lunga inferiore agli italiani o ai cittadini comunitari per avere conoscenza di questa opportunità e presentare domanda. In ciò permane dunque una discriminazione alla quale confidiamo che il Ministero voglia porre rimedio”.

L’Associazione chiede pertanto che il Miur proroghi i termini per la presentazione delle domande, ripristinando pienamente la parità di trattamento.