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Assemblea nazionale della scuola verso una manifestazione nazionale unitaria

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L’Unione degli Studenti chiama a raccolta tutto il mondo della scuola e non solo a Roma, il pomeriggio di sabato 11 aprile, per una grande assemblea per valutare l’opportunità di costruire una grande manifestazione nazionale a Roma nella prima metà di maggio, contro il Ddl del Governo e per opporre delle valide alternative. L’appello all’assemblea sta già circolando online e nelle scuole. Tanti hanno già confermato la partecipazione. Tra gli altri: Maurizio Landini per la Fiom Cgil, Domenico Pantaleo per la Flc Cgil, Sel, M5s, Usb, Cobas, Comitati per la Lip, Sbilanciamoci, Autoconvocati della Scuola, Act e tante altre associazioni e collettivi studenteschi da tutta Italia.

L’assemblea si terrà a Spin Time Labs, in via Statilia 15 a partire dalle 15.30.

“Siamo rimasti inascoltati per mesi e il ddl del Governo sulla scuola rafforza le nostre critiche. Non siamo più disponibili a digerire riforme fatte dall’alto. Basta forzature democratiche!” – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “L’11 aprile ci vedremo a Roma per intrecciare le lotte di studenti, lavoratori e genitori, impostare un’agenda mobilitativa condivisa e, qualora risultasse necessaria, lanciare una manifestazione nazionale a Roma per la prima metà di maggio. Domani ci saranno sindacati, associazioni, collettivi, attivisti sociali, esponenti della politica e tutti coloro che vogliono contribuire realmente a costruire una riscossa democratica nel Paese a partire dal tema dell’istruzione. La manifestazione, se ci sarà, non sarà di studenti o docenti, sarà invece di tutti coloro che vogliono costruire una riscossa democratica sul tema della scuola.”

“Il Governo non ha intenzione di ascoltare le alternative messe in campo negli ultimi mesi, dalla Legge d’Iniziativa Popolare sino alle 7 priorità per un’Altra Scuola, operando inoltre una forzatura sui tempi della discussione parlamentare” – continua Lampis – “Renzi porta a termine quello che Berlusconi non era riuscito a fare: precarizzare definitivamente il corpo docente sotto l’arma della valutazione e del merito, concentrare i poteri in mano al Dirigente-manager e piegare gli obiettivi e i contenuti della formazione alle esigenze delle imprese nostrane che puntano perlopiù sulla precarietà, sulle basse competenze e sui bassi salari. Con le dichiarazioni di Poletti si completa il quadro già preoccupante di ciò che aspetterà agli studenti, visti ancora come i “bamboccioni” da mettere al lavoro, qualunque esso sia”.

“Ora che anche le assunzioni sono in forse, crolla definitivamente il castello di carta di promesse costruito ad arte dal Governo” – conclude l’UdS – “Vogliamo lanciare un percorso di mobilitazione ampio e di lungo periodo, in grado di contenere anche voci diverse, unite però dall’opposizione al progetto del Governo e dalla consapevolezza che oggi, per la salute della nostra democrazia, sia necessaria una battaglia per aprire realmente il dibattito sulla scuola e costruire un pensiero su di essa frutto di un processo reale, costruito da tutti scuola dopo scuola, città dopo città. Abbiamo l’ambizione di costruire una piattaforma comune minima che parta dal contrasto al Ddl del Governo ma che individui anche delle alternative”.