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Autonomia differenziata: nessun contrasto fra Valditara e Frassinetti sugli stipendi, ma sul progetto di Calderoli non è detto che ci sia accordo

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Dopo i chiarimenti del ministro Valditara sulla questione della differenziazione degli stipendi su base regionale (“Il contratto nazionale non si tocca” ha sottolineato il Ministro che però solo un paio di giorni addietro aveva detto he “chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più”) arrivano anche le dichiarazioni della sottosegretaria Paola Frassinetti (FdI).

In una lunga intervista uscita sul quotidiano Libero del 28 gennaio, Frassinetti dice che le parole del Ministro “sono state strumentalizzate”.
In ogni caso Frassinetti aggiunge: “La scuola va garantita nella sua unità. Non sarei d’accordo se qualcuno proponesse di regionalizzare gli stipendi”.
All’obiezione che in ogni caso c’è chi argomenta che ci sono regioni dove il costo della vita è maggiore e quindi è ragionevole pensare a delle differenziazioni, Frassinetti risponde dicendo che è un ragionamento “che non sta in piedi”.
E prosegue: “Ci sono insegnanti che lavorano in provincia, ma che per andare a lavorare devono prendere l’auto perché magari i mezzi pubblici non ci sono o sono scomodi. Questo comporterebbe spese maggiori rispetto a chi sta nelle grandi città. Insomma non è affatto detto che chi lavora in provincia spenda di meno di chi insegna nelle grandi città. E’ un ragionamento che va ponderato molto bene altrimenti si cade nel banale.”

La sensazione è che le parole di Paola Frassinetti vadano lette in chiave tutta politica; è come se la sottosegretaria dicesse:  “Non c’è nessun contrasto fra me e il Ministro, siamo in piena sintonia, ma sia ben chiaro che quando si discuteranno nel concreto le modalità di attuazione della autonomia differenziata, noi di Fratelli d’Italia faremo bene attenzione a ciò che proporranno la Lega e Calderoli in materia di istruzione.”
Insomma un segnale del partito di Giorgia Meloni agli alleati della Lega: va bene dare maggiori poteri alle Regioni, ma senza esagerare troppo e, soprattutto, senza mettere in discussione più di tanto l’unità del sistema scolastico nazionale.