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Azzolina, ma anche la maestra di Torino, fra le 110 donne più importanti del 2020

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Il Corriere della Sera stila una lista delle 110 donne più importanti del pianeta e fra queste, insieme a Sophia Loren, la regina d’Inghilterra, Giovanna Botteri, Angela Merkel, Jane Fonda, Jole Santelli, Ursula Von Der Leyen e tante altre delle cui “imprese”  la stampa si è occupata, mette pure la nostra ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, ma anche la maestra di Torino, vittima di revenge porn. 

La donna, che ha avuto la solidarietà delle colleghe ma non da chi l’ha messa alla gogna, aveva denunciato, non solo il suo ex, che aveva condiviso sulla chat del calcetto immagini intime senza il suo consenso, ma anche la moglie di uno dei compagni di squadra, che aveva riconosciuto la maestra del figlio e a sua volta diffuso il materiale, e la direttrice della scuola nella quale lavorava e che, venuta a sapere delle immagini, l’aveva obbligata a licenziarsi (trattandola da «svergognata» di fronte ai colleghi). 

La ministra Lucia Azzolina, si legge sul Corriere, “si è fatta paladina della scuola in presenza”.  “Per riportare in classe prima di Natale i ragazzi delle superiori si è scontrata con ministri e governatori (tutti uomini), ha cercato l’asse con il premier Conte e il sostegno del Quirinale. Ha perso, ma è riuscita a rimettere la scuola al centro dell’agenda politica. E chissà che non le riesca il miracolo di ottenere il maxi finanziamento di «oltre 20 miliardi», con il Recovery fund, un maxi finanziamento di oltre 25 miliardi.

Ma il Corriere scrive  pure una breve biografia: “Da bambina le dicevano che somigliava a Biancaneve, ma Lucia Azzolina, nata nel 1982 a Catania (in realtà è nata a Siracusa – ndr) in una famiglia «umile, con strumenti culturali modesti», si sente più «una Cenerentola». Da quando si è seduta alla scrivania di Benedetto Croce, la ministra dell’Istruzione si è resa conto di persona di come questo Paese tratti la scuola pubblica: come la protagonista della fiaba, appunto. In meno di un anno al governo ha dovuto difendersi dai bersagli social e dagli attacchi sessisti, che l’hanno messa nel mirino per gli inciampi linguistici e il rossetto rosso. Ma lei ha tirato dritto e si è fatta paladina della scuola in presenza”.