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Bianchi: “Per fare l’insegnante non ci si può improvvisare, la decisione durante l’università”

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Un punto importante sul quale si è soffermato il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi nel corso dell’incontro online sulla pagina Facebook dell’agenzia Vita, è stato quello dei percorsi per poter diventare insegnanti:

“Dobbiamo ritrovare dei percorsi non facilitati, neanche certi, ma che permettano ad un ragazzo che si iscrive all’università, a italiano, a matematica, a violoncello, di poter scegliere un percorso per fare l’insegnante. Quello che umilia il mestiere d’insegnante è che intanto ti laurei, poi dopo guardiamo. Mi iscrivo a una graduatoria perché c’è sempre una graduatoria. No”.

“Ci siamo impegnati a riformare il sistema di reclutamento che deve coniugare una parte teorica e una parte d’accompagnamento dei colleghi più anziani, perché essere anziani non dev’essere una colpa ma dev’essere il frutto dell’esperienza, e fare un esame perché in questo Paese, mi è stato fatto notare, si va di ruolo per il concorso però dev’essere chiaro questo, il Paese si costruisce dalle fondamenta”.

Su questo e altri temi, il ministro è intervenuto anche al XII Congresso Snals-Confsal: “Abbiamo stanziato 2,5 miliardi per la sicurezza degli edifici scolastici ed altri 5 miliardi per adeguare le scuole del centro Sud. La scuola deve essere nazionale. Sono state poste in evidenza le problematiche della continuità didattica, i concorsi straordinari, le assunzioni, ma il perno cruciale è la necessità di andare a concorsi annuali regolari ed eliminare il vincolo del blocco quinquennale.”

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