Borgonzoni (Lega): “tamponi per andare a cinema e teatri non è una strada percorribile” [VIDEO INTERVISTA]

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“Quello della cultura è un settore che rappresenta il 17% del nostro Pil: non si può ancora trascurarlo”. Lucia Borgonzoni, sottosegretario ai Beni Culturali, chiarisce l’importanza di un settore trascurato e piegato dalla pandemia.

“Bisogna ripartire con protocolli semplici e chiari – spiega durante un’intervista alla Tecnica della Scuola – per salvare anche le piccole compagnie”. E ai giovani dice: “la lettura, la storia, l’arte in generale sono discipline divertenti che aiutano nella socialità”.

Quando è prevista la riapertura di cinema e teatri?

Fosse per me, anche domani. E’ ovvio che vanno definiti una serie di protocolli su cui abbiamo lavorato noi e le varie associazioni di categoria. Quello di cui adesso ci stiamo occupando è di definire i protocolli per la riapertura di arene, concerti, ma soprattutto di garantire una programmazione per ottobre. L’auspicio comune è che per quel periodo sia tutto superato, ma tra varianti e altro non abbiamo certezza di questo.

Per quanto riguarda i tamponi, si possono utilizzare solo per i grandi eventi, perché spendere 15-20 euro per entrare al cinema, dove i biglietti ne costano 5 o 7 non è una strada percorribile.

Quello che ci viene chiesto e su cui stiamo appunto lavorando è garantire la riapertura in sicurezza anche per quel periodo, di poter programmare la stagione e, dunque, accedere ai fondi del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo).

Secondo il X rapporto della Fondazione Symbola quello dell’arte e dello spettacolo rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia. Che cosa fare dunque per ripartire?

In Italia tutto il mondo della cultura e il suo indotto corrisponde a circa il 17% del Pil, per cui è fondamentale il suo ruolo e va considerato tale anche per chi governa. In più, vanno definite alcune dinamiche, per esempio il riconoscimento anche del mestiere dell’attore, garantendo aiuto, per esempio la previdenza sociale. Questo stop, oltre a creare un problema economico diretto per chi ci lavorava, indiretto per l’economia che muove, rischia di farci perdere tantissime piccole compagnie teatrali, musicali che non riescono più a lavorare, sfaldandosi piano piano. E non possiamo permettercelo, perché questo tessuto è tanto fertile, perché è da questo che nascono i grandi attori, registi, fotografi, maestranze, che fanno unico il nostro Paese al punto da ricevere sempre tante candidature agli Oscar.

Il ministro Franceschini è stato chiaro: se riaprono gli stadi, si riapra anche ai concerti. Come?

La cultura non è un bene comprimibile. A mio avviso, come gli stadi potevano essere resi accessibili anche prima- visto che la gente ammassata continuiamo a vederla  sui mezzi pubblici-, anche per i cinema e teatri vale lo stesso principio. Sarebbe bastato attenersi a delle semplici regole e protocolli, già scritti prima e poi rivisti, prendendo esempio dalle sperimentazioni europee, per garantire l’accesso con mascherine, distanziamento e tamponi per i grandi eventi. Certo è che per andare al cinema, dove il costo del biglietto è di 7euro, non puoi chiederne 20 per il tampone, così anche per l’accesso ai teatri. Dunque ci sono regole e norme che possono garantire di ricominciare a fruire della cultura.

Come si avvicinano i giovani all’arte, alla lettura e cultura?

La scuola fa già tanto per la formazione dei ragazzi. Spesso vengono intese come materie tediose, ma possono essere divertenti se rese tali nell’apprendimento, facendo arrivare emozioni a tutti. L’arte e la lettura sono sì strumento di accrescimento personale, ma anche di condivisone con gli altri. Basti pensare allo stare seduti in una sala e piangere o ridere accanto ad uno sconosciuto o confrontarsi su una lettura con punti di vista differenti a seconda delle proprie sensibilità o sogni. L’arte in generale e la lettura sono strumenti di socialità importanti e vanno resi appetibili soprattutto per i più giovani.

Cosa farà il Ministero della Cultura per riportare in auge il settore dell’arte e, nello specifico, come si impegnerà Lucia Borgonzoni perché ciò avvenga?

Come già nel governo Conte I, mi impegnerò nel semplificare la fruizione delle cose per renderle affascinanti per tutti, veicolando il messaggio in maniera semplice e aspettare che ognuno lo approfondisca a seconda delle proprie curiosità. Vale per tutte le discipline, per esempio la storia, che se arricchita di dettagli o episodi particolari, permette di memorizzare vicende che altrimenti verrebbero tralasciate.

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