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Buona Scuola, rotti gli assi portanti: la manovra cancella ambiti e Fit, riabilita i concorsi abilitanti e dimezza l’alternanza

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Spariscono i discussi ambiti territoriali, addio Fit, tornano i concorsi abilitanti, alternanza scuola-lavoro più che dimezzata. Sono alcune delle disposizioni inserite nella bozza della manovra economica, messe in luce dalla Uil Scuola, nella quale si parla di cancellazione, di fatto, della riforma Buona Scuola approvata dal Governo Renzi e perfezionata dal successivo di Gentiloni.

Tra le novità, l’obbligo di permanenza quinquennale nella scuola di assunzione

“Secondo quanto si legge in bozze non definitive della prossima manovra economica, riguardo al comparto scuola ed istruzione, se fossero confermate le indiscrezioni, saremmo di fronte ad un vero e proprio ribaltamento della filosofia della Legge 107”, dice il sindacato Confederale.

Secondo il quale nel testo del decreto “ciò che inverte di 360 gradi la legge 107 è il reclutamento: si cancella il percorso FIT, per la verità molto lungo e ideologicamente connotato e si torna ai concorsi abilitanti che diventano lo strumento per il contratto a tempo indeterminato, con titolarità nella scuola, soppressi anche gli ambiti, ma con l’obbligo di permanenza quinquennale (nella scuola dove si è assunti in ruolo n.d.r.), sia per il sostegno che per i posto comuni”.

Il Fit non verrà rimpianto

Il percorso Fit, voluto dal Partito democratico, sottolinea la Uil-Scuola, “era articolato su 3 anni: il primo di formazione iniziale che prevedeva una borsa di studio, il secondo di tirocinio che prevedeva un contratto di supplenza ed il terzo di prova e di trasformazione al termine del triennio del contratto in tempo indeterminato”, quello che faranno gli abilitati delle scuole superiori vincitori del concorso avviato nella scorsa primavera.

Secondo la Uil Scuola, la decisione dell’attuale Governo è corretta, perché “si trattava di un percorso eccessivamente lungo e articolato con molti dubbi anche di carattere normativo”.

Il sindacato lamenta il non coinvolgimento nelle scelte del Governo

Il sindacato, tuttavia, non lesina qualche critica alla prima legge di bilancio che si sta definendo per mano del governo giallo-verde: “Come di consueto – sotiene la Uil Scuola – accade che i governi assumano iniziative, legittime, di cambiamento, e lo fanno in solitudine, con il risultato di ricominciare d’accapo. E’ successo al precedente Governo, succederà anche a questo”.

Secondo Pino Turi, a capo della Uil Scuola, “per gli insegnanti, tornare ai concorsi, potrebbe essere una soluzione a patto che sia accompagnata da una fase transitoria che tenga presenti le situazioni reali. Quella fase transitoria che rivendicammo con il Governo Renzi e che solo con il Governo Gentiloni fu intrapresa, troppo tardi”.

“Non vorremmo – continua il segretario generale – che anche questo governo faccia lo stesso errore e continui in solitudine a cambiare senza ascoltare chi quelle riforme dovrà attuare, con lo stesso difetto di invasione nelle materie contrattuali”.

“Siamo convinti – conclude Turi – che in fase di discussione e di approvazione ci siano gli spazi per un vero confronto in cui il punto di vista dei lavoratori sia il punto di partenza e non di arrivo”.

Come cambia l’alternanza: meno ore, ma i contenuti?

Il sindacato sottolinea poi che la manovra agirà pure sull’alternanza scuola-lavoro: sarà “ridimensionata pesantemente. Nel triennio si passa dalle 400 ore previste per tecnici e professionali alle attuali 150 per i tecnici e 180 per i professionali, per i licei la riduzione è da 200 a 90 ore”.

“Nel testo si fa riferimento a linee guida che determinano la riduzione, mancano invece, messi in secondo piano, i motivi didattico-educativi che dovrebbero essere l’elemento portante di questo nuovo strumento. Che ci fosse bisogno di un tagliando sull’alternanza è argomento scontato, ma che si agisca solo con un bilanciamento delle ore, senza affrontare il problema di fondo che attiene agli obiettivi didattici, lascia perplessi”, conclude il sindacato.