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Carabiniere ucciso, la docente di Novara “scagionata” dal vero autore del post indegno

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La docente di Novara, colpita da un procedimento disciplinare, notificato dall’ufficio scolastico regionale del Piemonte, per un post su Facebook in cui si dileggiava il carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma, è stata scagionata dal vero autore del post.

Durante l’incontro all’Ufficio Scolastico regionale di Torino, nell’ambito del procedimento disciplinare aperto nei suoi confronti, la donna ha consegnato alla commissione una dichiarazione asseverata di una persona che ha ammesso di essere l’autore del messaggio.

In un primo momento l’insegnante aveva chiesto scusa, ma poi aveva affermato che il messaggio era stato scritto da una persona che era entrata nel social network utilizzando le sue credenziali.

L’identità della persona in questione non è trapelata, ma la ricostruzione a suo tempo fornita dalla stessa insegnante porta a pensare a qualcuno che faccia parte dello stretto giro familiare.

Resta in ogni caso aperta a carico della donna l’inchiesta per vilipendio delle forze armate aperta dalla Procura della Repubblica. L’ufficio scolastico regionale ha assicurato che ogni decisione sarà presa prima del 9 settembre, giorno della prima campanella.

Resta da capire se, anche nel caso in cui sia completamente scagionata, Eliana Frontini intenda ritornare nella scuola di Romentino, nel Novarese, dove insegna.

Il post, poi le scuse

“Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza”, sono queste le parole, riferite alla morte di Cerciello, che hanno suscitato indignazione e polemica. Sono state postate su Facebook tra i commenti che riportavano la notizia dell’omicidio. Il post è stato poi rimosso e il profilo chiuso.

Dopo aver chiesto scusa per il post, la professoressa aveva cambiato versione affermando: “Quel post non l’ho scritto io, chi mi conosce sa che non penso quelle cose. Per motivi che spiegherò solo a chi di dovere, mi sono assunta una responsabilità non mia – aveva detto la donna – Non si è trattato di hackeraggio, semplicemente è stato usato il mio account e il mio computer. Non l’ho detto prima perché non credevo che la vicenda assumesse questo peso. Ho subito chiesto scusa, anche se mi rendo conto che si tratta di ben poca cosa rispetto alla gravità di quelle affermazioni – prosegue l’insegnante – Ora, però, è il caso di riportare la vicenda alle sue dimensioni reali”.