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Casi Covid in classe, procedura farraginosa. La preside Fornai: domenica “bruciata” a comunicare positivi, quarantene e DaD [INTERVISTA]

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La Tecnica della Scuola continua a raccogliere lamentele per la sempre difficile gestione del ritorno a scuola in presenza: anche se il numero di casi Covid e di decessi risultano in discesa, domenica 16 gennaio è stata un’altra giornata campale. La nostra testata giornalistica ha voluto approfondire il caso raccontando il caso di una dirigente scolastica, Sandra Fornai, a capo dell’Istituto comprensivo Livia Gereschi a Pontasserchio, in provincia di Pisa: nel giorno di festa, la ds ha passato diverse ore a comunicare i casi di alunni Covid all’Asl di competenza, ma anche a spiegare a genitori, alunni e docenti come si sarebbero dovuti comportare il lunedì mattina. La testimonianza è in linea con quella di Laura Biancato, preside dell’Istituto superiore “Einaudi” di Bassano del Grappa, anche lei intervistata (in video) dalla Tecnica della Scuola.

Fornai, come sta andando la gestione della sua scuola?

“Con i nuovi protocolli, introdotti dal Governo il 5 gennaio scorso, la gestione della classe è diventata difficilissima: le procedure sono diventate farraginose e complicate”.

Come ha passato la giornata domenicale?

“Ho dovuto mettere in atto diverse procedure, durante la giornata: alla primaria, con un alunno positivo al Covid ha adottato una modalità e laddove è subentrato un secondo caso ho disposto la quarantena e fatto partire la DaD coinvolgendo i docenti; per la secondaria, in tutte le classi dove è arrivato il secondo e terzo positivo ho dovuto rivedere il protocollo, con tutte le comunicazioni che susseguono e le difficoltà che si possono immaginare”.

Quindi, ci conferma che con alunni positivi la didattica in presenza è comunque rimasta attiva?

“Sì, in particolare nella scuola media dove fino al secondo positivo possono venire a scuola i vaccinati: in questi casi il docente deve fare lezione a chi è in classe e a quelli a casa, con i quali si passa alla didattica a distanza”.

A Radio24, oggi il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha detto: ‘nessun disastro che doveva esserci con la riapertura della scuola dopo le vacanze natalizie è avvenuto. Ci sono stati problemi molto differenziati zona per zona’. È d’accordo?

“Forse la mia zona è tra quelle meno fortunate. Io sono solo che ho iniziato a lavorare stamattina alle ore 8 per inviare su Sispc, il Sistema Informativo Sanitario della Prevenzione Collettiva, numerose richieste voucher per la presenza di un alunno positivo. Ho compilato e inviato cinque file su 17 campi. Poi ho inserito la comunicazione sul registro elettronico. Ma nel pomeriggio è arrivata la comunicazione dell’esito del test di secondi positivi: a quel punto ho dovuto rifare tutto daccapo. Con comunicazione alle famiglie di rimanere a casa. Quindi, sono scattate altre quarantene. La domenica è passata così”.

I genitori degli alunni comprendono il momento difficile?
“Non sempre. Oggi sono stata anche minacciata: una famiglia mi ha scritto che ha ricevuto la comunicazione su una quarantena sbagliata e poiché il figlio avrebbe dovuto fare la seconda dose in quei giorni allora sarebbe scattata la denuncia nei miei confronti”.

Ma cosa c’entra il dirigente scolastico?

“Credo che i genitori siano stanchi e se la prendono col ‘nemico’ sbagliato”.

L’emergenza è aumentata con il rientro in classe dopo le festività natalizie?
“Sì, è diventato tutto più complesso. Ma consideri che anche il giorno di Natale mi sono ritrovata al telefono due volte con l’Azienda sanitaria locale…”.

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