‘La Tecnica della Scuola’ ha svolto con l’Indire una ricerca sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale tra gli insegnanti: dal campione esaminato, circa 1.800 intervistati, risulta che il 90% dei docenti usa Chat GPT solo a livello basico e gratuito. Ma quali potrebbero essere i vantaggi da un utilizzo più evoluto? Lo abbiamo chiesto al professor Francesco Agrusti, docente di Pedagogia sperimentale all’Università Roma Tre.
“Premesso che neanche un servizio di ChatGpt a pagamento garantirebbe la privacy dei dati, occorre sempre fare molta attenzione a dove finiscono i nostri dati e soprattutto quelli dei nostri studenti – spiega Agresti – ; quindi pagare un servizio professionale, magari con la Carta del docente, darebbe ampie possibilità aggiuntive: ad esempio, per potere realizzare più immagini e non incorrere in tutti quei limiti che invece incontriamo nell’utilizzo di Chat GPT di Open AI gratuito”.
“Inoltre – continua Agrusti – si garantirebbe l’accesso ai modelli in anteprima, invece negati con la versione base”.
L’applicazione a pagamento risulta utile anche in fase di valutazione: secondo il prof Agrusti “non bisogna mai cedere il controllo allo strumento, ma rimanere responsabili, utilizzando ad esempio Cloud di Antropic oppure Copilot di Microsoft”.
Agrusti ricorda che trattiamo sempre “non con esseri umani: è come se stessimo parlando con uno strumento, come un libro, una penna o una calcolatrice; certamente, sono molto più complessi ed evoluti, quindi bisogna formarsi al loro utilizzo per essere sempre aggiornati e soprattutto aggiornare i nostri studenti su un uso responsabile e consapevole delle tecnologie”.