
Sta facendo discutere la circolare sui compiti per casa emanata ieri, 28 aprile, dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in cui vengono date precise indicazioni a scuole e docenti in merito all'”Assegnazione delle verifiche in classe e dei compiti da svolgere a casa”.
I compiti sono discriminatori?
Sta facendo discutere un particolare commento da parte di Dirigentiscuola, pubblicato su Huffington Post: “L’intervento del ministro Valditara schiude scenari che si spingono ben oltre il ristretto orizzonte della comune prassi scolastica, e potrebbe essere l’occasione per aprire un nuovo fronte sul tema ‘ripensare la scuola’. Si può concordare o no, ciò che è certo è che sempre più spesso a fare davvero i compiti sono i genitori (senza voler scomodare l’invadente e ormai onnipresente intelligenza artificiale): o meglio, quei genitori che si possono permettere, economicamente e culturalmente, di seguire i figli il pomeriggio o anche, come troppo spesso capita, la sera per il mattino successivo. Il che, fatto sconto degli evidenti disagi familiari, rischia di aggravare le disparità sociali ed è di fatto discriminatorio, soprattutto se pensiamo ai numerosi nuclei svantaggiati che rappresentano una fetta consistente dell’utenza della scuola, specie nel primo ciclo. Ma anche gli altri: volete mai che un alunno di primaria riesca a consultare i compiti sul registro elettronico? Quanti bimbi a quell’età sono in grado di farlo senza l’aiuto di un adulto?”, hanno scritto.
La provocazione
Ed ecco una proposta: “Chiudiamo (per il momento) con un’altra provocazione: che dire del sistema delle classi su base anagrafica? Se poteva avere un senso nel progetto postunitario di alfabetizzazione di massa (sul modello della ‘leva’ militare) ormai la società è talmente eterogenea e multiculturale che ci sono bimbi che a otto anni scrivono come adulti e fanno calcoli come ingegneri accanto a coetanei ancora incapaci di formulare una frase di senso compiuto e memorizzare le più semplici tabelline. E il discorso potrebbe naturalmente estendersi a tutte le fasce d’età.
“Ora, visto che abbiamo capito tutti che il ‘peer tutoring’ pensato così non funziona e che in questo modo si rischia solo di escludere i più svantaggiati e, per altro verso, imbrigliare i più fortunati e dotati, che senso ha oggi come oggi “intruppare” un individuo in formazione con altri 20 o 30 coetanei (nel mondo anglosassone si parlerebbe di age segregation), tenerlo seduto nove mesi su un banco e poi magari dirgli di rifare tutto il percorso?”, concludono.
L’importanza della programmazione e del coordinamento tra docenti
Nella circolare il Ministro richiama il DPR n. 275/1999, che “ha attribuito ai docenti ampi spazi decisionali in merito alla definizione della didattica e dell’attività di valutazione, compresa l’effettuazione di prove di verifica da parte degli alunni o dell’eventuale assegnazione di compiti da svolgere a casa“.
Fatta questa premessa normativa, tuttavia, il Ministro, pur “apprezzando l’impegno quotidianamente profuso per una sempre più proficua collaborazione tra scuola e famiglie“, chiede appunto un’attenta pianificazione di verifiche e compiti.
Il coordinamento tra docenti infatti, secondo Valditara, “evita il rischio di concentrare le attività di verifica in classe e quelle personali di studio pomeridiano in un’unica giornata. In questo modo, si può garantire una più equilibrata distribuzione delle verifiche durante la settimana, evitando che i carichi di lavoro per gli studenti siano troppo condensati e gravosi, nonché assicurare una migliore organizzazione del tempo da dedicare allo svolgimento dei compiti pomeridiani, soprattutto in concomitanza con giornate festive“.
La scuola – sottolinea il Ministro nella circolare – “è il contesto educativo che deve creare le condizioni di serenità e fiducia per lo sviluppo armonico della personalità di tutti gli studenti“.
Assegnare i compiti sul registro e sul diario
Infine, la circolare conclude con un riferimento al registro elettronico: “una corretta notazione dei compiti, oltre che sul registro elettronico anche sul diario personale/agenda degli studenti, soprattutto nel primo ciclo di istruzione ma non solo, potrà consentire una crescente autonomia da parte degli alunni nella gestione dei propri impegni scolastici, come già rappresentato nella nota prot. 5274 dell’11 luglio 2024, rendendo la consegna delle attività da svolgere a casa parte integrante della lezione stessa“.