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Cisl: “Sarà sciopero se non cambia la manovra”

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Esprimono soddisfazione i sindacati che nella giornata del 15 hanno partecipato a Roma alla manifestazione unitaria per chiedere al Governo di correggere le misure rivolte alla scuola contenute nella manovra finanziaria.
La partecipazione è stata consistente (un migliaio di persone fra dirigenti sindacali e insegnanti, chiamati a raccolta da Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals e Gilda-Unams) e oltre agli appelli si sono sentiti anche annunci espliciti.
Tutti quanti parlano di ingiustizia palese: per il personale della scuola, oltre al blocco del rinnovo contrattuale c’è infatti il blocco della progressione economica.
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale di Gilda-Unams, promette che il prossimo anno i docenti del suo sindacato non saranno disponibili per le gite scolastiche.
Marco Paolo Nigi (Snals) chiede che
“Governo e Parlamento pongano rimedio a queste clamorose ingiustizie e iniquità che colpiscono la scuola”.
Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, è più esplicito: “Chiediamo al Governo di fare per le progressioni di anzianità del personale scolastico ciò che ha già fatto per le liquidazioni: rivedere le sue posizioni, per rendere più equo e sostenibile il carico dei sacrifici richiesti ai lavoratori. Non escludiamo ulteriori e più incisive azioni di lotta, se la nostra richiesta non verrà accolta”.
E mentre la Cisl si limita ad annunciare clamorose proteste, la Flc prepara la partecipazione allo sciopero generale del 25 giugno proclamato da Cgil, Cub e Usi-Ait, anche se sull’iniziativa del sindacato di Epifani non mancano le perplessità.
Il 25 giugno, per esempio, è il giorno della terza prova dell’esame di Stato e, come è noto, i docenti che vi sono impegnati non possono scioperare.
Nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado l’attività è ridotta all’essenziale ed è improbabile che docenti non impegnati in attività scolastiche decidano di aderire allo sciopero.
Nella giornata del 15 si è anche concluso lo sciopero degli scrutini proclamato dai Cobas e da altri sindacati di base.
Secondo Bernocchi gli scrutini rinviati sono più di 25mila in tutta Italia, mentre poche ore fa il ministro Mariastella Gelmini ha fatto diramare un comunicato di tutt’altro tenore: “Il blocco degli scrutini è esclusivamente un’operazione mediatica, dettata dalla ricerca di visibilità politica e destituita da qualsiasi fondamento reale”.
Lo sciopero, afferma anzi il Ministro, esiste solo sui giornali e nei servizi dei tg.
Peccato che la notizia abbia avuto spazio in questi giorni su quasi tutte le testate giornalistiche; ed è alquanto improbabile che tutti questi organi di informazione abbiano costruito la notizia senza riferirsi a dati reali e verificati.