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Cobas: Dl sostegni bis produce ostacoli e divisioni fra i precari

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Nel pieno della canicola romana il DL sostegni bis ha ottenuto l’approvazione delle Camere. Gli articoli dedicati alla scuola, propagandati come strumento correttivo delle anomalie del sistema scolastico, propongono piuttosto contorti meccanismi confusionari, inutili e divisivi. Lungi dal sanare la supplentite, da sempre necessaria a colmare le lacune del sistema scolastico, il decreto peggiora le aspettative per i precari introducendo una selezione basata anche sul requisito economico.

Infatti, l’emendamento che è stato approvato sulla stabilizzazione in via straordinaria – per i docenti con almeno tre anni di servizio – prevede due prove selettive (in entrata e in uscita) con un corso di formazione, anche in collaborazione con l’università, il tutto a carico dei partecipanti. In altre parole, lo Stato, che continua a far funzionare la scuola abusando del precariato, non sosterrà alcuna spesa per la stabilizzazione dei docenti che ha sfruttato.

I tempi previsti (entro il 31/12) fanno immaginare che la prova selettiva in entrata sarà un quizzone fondato sulle competenze performative, oltre che su nozionismo e velocità; i costi non sono indicati, ma se per la formazione già si vocifera di cifre tra i tre e i cinquemila euro; anche l’iscrizione sarà ben più onerosa dell’ultimo concorso straordinario. Dopo questo improbabile e umiliante percorso a ostacoli, i fortunati vincitori dovranno affrontare un ulteriore anno con prova finale per poter vedere scritto sul loro contratto la parola “indeterminato”.

Ancora una volta sono esclusi i docenti che da anni prestano servizio su sostegno: nonostante le nuove GPS abbiano in qualche modo riconosciuto loro il servizio quale titolo specifico, nulla è previsto per la loro stabilizzazione. Possono solo tentare la roulette del TFA che di omogeneo ha solo le date delle preselezioni, mentre per ogni ateneo variano i numeri, i contenuti delle prove e i costi (spesa minima 3000 euro).

Si prosegue col creare criteri diversi che dividono in tanti sottoinsiemi il precariato: se con specializzazione sul sostegno + un anno di servizio si potrebbe essere assunti, su materia gli anni richiesti sono tre e tutti specifici, mentre le nuove abilitazioni (escluse quelle generate dal concorso straordinario) sono frutto del turismo formativo all’estero, perché in Italia non si fanno corsi abilitanti dal 2014.

Con il DL sostegni bis è stata inaugurata l’era del quizzone disciplinare utilizzato per il concorso STEM: domande a risposte multiple e a tempo (poco), corrette subito dal PC stesso. L’urgenza ha giustificato questa modalità frustrante e poco adatta a selezionare il corpo docente, ma già si pensa a farla diventare norma come ha dichiarato recentemente il Ministro.

L’altra novità è la tempistica della comunicazione: il concorso STEM è stato annunciato con tre settimane di preavviso, proprio quelle degli esami di Stato e chi lavorava ha avuto pochi giorni da dedicare alla preparazione. I risultati sono stati terrificanti: hanno passato lo scritto in media circa il 12% dei candidati che ora verranno ulteriormente selezionati con orale e prova pratica. In generale, dunque, si conferma l’idea che i concorsi vengono indetti solo per non incorrere in ulteriori sanzioni, ma in realtà non c’è alcuna intenzione di assumere.

Infine nulla sulla diminuzione degli alunni per classe, ma riproposizione del personale aggiuntivo Covid, confermato come personale di serie B con scadenza al 31 dicembre.

Tra i friniti delle cicale, dunque, lo scenario dei meccanismi pensati per il reclutamento del personale della scuola fa venire i brividi: nessuna misura che riconosca il merito dei precari. Ciò tuttavia non ha impedito di far passare anche questo provvedimento come una “sanatoria”, per non perdere l’occasione di alimentare nell’opinione pubblica la sfiducia nei docenti e nella scuola dello Stato tutta. E l’Italia cercherà così di evitare le sanzioni che dovrebbero arrivare dall’Europa.

Ci rivediamo a settembre: l’annuncio fatto è quello che abbiamo sentito ripetersi negli ultimi anni, ovvero tutti in cattedra. Noi iniziamo a darci appuntamento in piazza.

Esecutivo Nazionale COBAS Scuola-Comitati di base della scuola

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