Home Attualità Concorsi scuola fra proteste, ricorsi e sentenze: siamo arrivati al capolinea?

Concorsi scuola fra proteste, ricorsi e sentenze: siamo arrivati al capolinea?

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I concorsi della scuola stanno mostrando i loro limiti e ormai non passa giorno che non si senta parlare di proteste, ricorsi e sentenze che rallentano (e non poco) le procedure attivate dal Ministero per tentare di dare una risposta al complicatissimo problema del reclutamento.
Difficile fare una rassegna completa dei problemi e delle difficoltà che si incontrano.
Uno dei casi più clamorosi riguarda la copertura dei posti di sostegno nelle scuole primarie e dell’infanzia nelle regioni del nord: la complessa (e costosa) “macchina” ministeriale non servirà quasi a nulla perché alla fine il 90% delle cattedre disponibili resterà vacante perché i concorrenti sono di gran lunga inferiori ai posti.
C’è chi pensa che i corsi di specializzazione organizzati dall’Indire che dovrebbe prendere avvio a breve potranno dare una risposta al problema ma è chiaro che se i corsi potranno “sfornare” qualche decina di migliaia di specializzati non si potrà comunque costringere gli specializzati a presentarsi ai concorsi banditi nelle regioni del nord.
Anche per i concorsi per dirigenti scolastici i problemi sono tanti: i candidati di una regione del sud stanno protestando perché alla prova scritta c’è stata una selezione alta, altissima, tanto che anche in questo caso la graduatoria finale non basterà a coprire tutti i posti messi a concorso.
Ma ci sono anche storie opposte: negli ultimi concorsi PNRR in molte regioni il numero dei posti disponibili è ridottissimo rispetto ai partecipanti, tanto che per riuscire ad arrivare all’orale non bisogna scendere al di sotto dei 90/100 alla prova scritta; questo perché il regolamento prevede che all’orale possa accedere un numero di docenti non superiore al triplo dei posti a disposizione.
E così, anche in questo caso, ci sono già sindacati e movimenti che minacciano di andare in tribunale pensando persino di ricorrere alla Corte Costituzionale.
In tutto questo c’è anche chi pensa di fare concorsi a cadenza annuale (fino a pochi mesi fa ne parlava lo stesso ministro Valditara) ma è del tutto evidente che ricorsi, proteste e sentenze di tribunali non possono avere altra conseguenza se non quella di rallentare le procedure.
Senza considerare un’altra difficoltà pratica: molto spesso è difficile formare le commissioni d’esame perché i compensi previsti sono davvero modesti e non incentivano certo la partecipazione.

La situazione insomma è grave ed è davvero difficile individuare qualche proposta efficace, anche perché inevitabilmente qualsiasi soluzione accontenterebbe una parte e scontenterebbe tutti gli altri.
Il fatto è che ormai nel mondo della scuola ci sono troppi interessi contrapposti e questo rende sempre più difficile trovare una via d’uscita.