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Concorso dirigenti: cancellate quasi mille domande

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Si è conclusa verso le 22 la giornata di attesa di più di 40mila candidati al concorso per dirigenti scolastici: intorno a quell’ora, quando ormai sembrava che si dovesse rimandare tutto alla giornata del 6 ottobre, sul sito del Ministero sono comparsi gli elenchi dei test da eliminare.
I quesiti che saranno esclusi dal sorteggio sono contenuti in tre diversi elenchi:  in un primo elenco, sono compresi gli item (250 in tutto) contenenti errori o imprecisioni tali da incidere sulla correttezza delle domande e/o delle risposte; nel secondo elenco sono presenti ben 600 item “con formulazioni – spiegano dal Miur – che potrebbero in qualche modo indurre in errore i candidati o presentare problemi interpretativi o refusi, che l’Amministrazione ha ritenuto comunque opportuno escludere dall’estrazione”.
Per la lingua straniera (terzo elenco), sono stati eliminati, a maggior garanzia dell’interpretazione degli stessi, anche i quesiti contenenti errori tipografici: si tratta di altri 126 test.
In totale poco meno di mille domande (976 per la precisione) che, per un motivo o per l’altro, saranno cancellate dall’elenco di quelle che potrebbero finire nella “batteria” finale dei 100 item utilizzati per la prova del 12 ottobre.
Siamo ben lontani, dunque, dalla manciata di test che – secondo le prime dichiarazioni del Ministro – avrebbero dovuto essere cancellati.
Ecco, infatti, cosa scriveva l’ufficio stampa del Ministero il 6 settembre: “In merito alle segnalazioni pervenute fino ad oggi al Miur riguardo a refusi presenti nei quesiti del concorso per dirigenti scolastici, il Ministero precisa che tali imprecisioni riguardano pochissime domande e non avranno comunque alcuna conseguenza sulla prova d’esame”.
Ma, evidentemente, al Ministero hanno una strana idea della differenza fra pochi, pochissimi, tanti e tantissimi: a noi pare che 976 non sia propriamente un numero piccolissimo soprattutto se confrontato con il totale di 5750. Per essere precisi si tratta esattamente del 17 per cento (o se si preferisce: un item da buttare ogni 6). Per usare una espressione che piacerebbe al ministro Brunetta: non si tratta di una buona performance. O, sempre per usare un confronto che forse piacerebbe a Mariastella Gelmini: una azienda che ogni 6 oggetti prodotti ne scarta uno non potrebbe essere considerata molto competitiva.