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Concorso docenti 2018 non abilitati con 3 anni di servizio, tutto quello che c’è da sapere

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Il bando di concorso docenti abilitati, il cui contenuto è già noto, non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Tuttavia, l’attenzione di molti lettori è spostata anche ai prossimi concorsi, fra cui quello dei non abilitati che però hanno maturato 3 anni di servizio negli ultimi 8. Vediamo quali sono i punti salienti già noti.

Requisiti

Al concorso potranno partecipare gli insegnanti che hanno svolto almeno 3 anni di servizio (180 giorni all’a.s. o servizio dal 1/02 al termine degli scrutini o esami) negli ultimi 8 anni, alla data di scadenza del bando. Si può concorrere per le classi di concorso e i corrispondenti posti di sostegno nei quali si è prestato servizio per almeno un anno. Non è necessario il possesso dei 24 CFU, diversamente quindi dall’altro concorso per non abilitati che darà inizio al FIT.

Per quanto riguarda il requisito del servizio di 3 anni, tale è valido sia per quanto riguarda il servizio maturato nelle scuole statali, sia quello maturato negli istituti paritari, a meno di uno specifico contrordine futuro.

Le prove del concorso e il percorso

Il concorso sarà composto da 2 proveuna scritta e una orale. In caso di esito positivo delle prove, si accede al primo anno del percorso FIT. I vincitori saranno esonerati dalla frequenza del secondo anno, mentre saranno dirottati direttamente al terzo anno.

Il primo anno e compatibilità supplenze

Durante il primo anno è possibile effettuare supplenze, coordinandosi con le attività didattiche del corso FIT, in quanto la frequenza del corso è obbligatoria.

Su questo punto i sindacati, come la Flc Cgil, fanno notare come possano generarsi dei problemi possibili, in quanto, per i futuri specializzandi del concorso riservato il tema della compatibilità con le attività di supplenza sarà centrale. Per questo, uno degli strumenti che potrebbero favorire la frequenza del corso sarà l’istituto delle 150 ore per il diritto allo studio, motivo per cui verrà chiesto,nei contratti regionali, che sia data priorità a questi lavoratori per l’accesso alle 150 ore chiedendo contemporaneamente che la tempistica dell’avvio del corso sia coordinata con i bandi per il diritto allo studio.