Home Politica scolastica Concorso docenti, Giannini: “Tra marzo e aprile la prova scritta”

Concorso docenti, Giannini: “Tra marzo e aprile la prova scritta”

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Nuovi aggiornamenti per il bando di concorso. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del politecnico a Torino, parla così ai giornalisti presenti: “Per essere prudenti il bando del concorso della scuola uscirà la prima settimana di febbraio. Tra marzo e aprile ci sarà lo scritto, poi seguirò l’orale. Siamo in zona countdown – ha detto – ci stiamo lavorando, i decreti sono pronti da alcuni giorni’. Sono 63mila posti non è si è mai visto nella storia della Repubblica italiana. L’obiettivo – ha concluso – è completare tutto per settembre: sarà un’altra estate di lavoro intenso”.

 

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Intanto arrivano le dichiarazioni della Flc Cgil e della Uil Scuola riguardo al prossimo concorso docenti. Per la FLC CGIL il concorso pubblico rimane il sistema di reclutamento più trasparente e democratico, la chiamata diretta da parte del dirigente scolastico lede il principio costituzionale della libertà di insegnamento e non è garanzia della sua qualità. Purtroppo il piano contenuto dalla legge 107/15 non ha risolto il problema del precariato storico, lasciando insoluto il dramma dei docenti della seconda fascia, dove sono collocati abilitati con tanti anni di servizio, anche in materie come matematica o sostegno, assenti nelle graduatorie ad esaurimento (GAE).

 

Tutto sul concorso docenti

 

Anche la Uil Scuola è dura nei confronti del governo: l’indizione del concorso sta aprendo una via (attendiamo una convocazione in merito) che si presenta confusa ed incerta, una sorta di mix tra vecchio e nuovo che meriterebbe, invece, una composizione omogenea dei diversi interessi degli aspiranti stessi. Assegnare al concorso il sistema di “reclutamento ordinario” significa anche dare uguali opportunità a tutti. Si pensi, allora, ad un provvedimento di transizione che abbia la stessa funzione di equità. Ci sono insegnanti a cui prima si riconosce l’abilitazione all’insegnamento con alcune prove, e poi gli si chiede di partecipare ad un concorso con altre prove, diverse. Non si può pensare di impostare la selezione delle prove del concorso sulla conoscenza approfondita di una lingua straniera, livello B2  – mette in luce Pino Turi.

 

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