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Concorso docenti, i tempi per i ricorsi si allungano ma il Tar parla già di prove suppletive

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Dal Tar del Lazio giunge una buona e una cattiva notizia per i tanti candidati che speravano di accedere alle prove scritte tramite la via del ricorso.

Partiamo con quella negativa, che corrisponde ad un allungamento dei tempi. Che si prospettano decisamente più lunghi di quelli che si attendevano: al fine di “bilanciare le ragioni di urgenza delle parti con l’interesse pubblico al regolare svolgimento delle prove concorsuali, nonché all’approfondita valutazione delle nuove tematiche sottoposte a giudizio”, il tribunale ha fatto sapere agli avvocati dei candidati che verranno “adottate le misure più idonee per la tutela degli interessi protetti dei ricorrenti, anche con soluzioni alternative all’ammissione con riserva, in sede cautelare, alle prove concorsuali (eventualmente mediante apposita sessione riservata di esame, per coloro che ottengono una decisione giudiziale di merito favorevole”.

Ciò significa che, ha commentato l’avvocato Santi Delia, “il Tar ha rinviato la trattazione di molti ricorsi al mese di giugno e luglio”.

In questo modo, il tribunale avrebbe quindi deciso di “dividere la trattazione dei ricorsi non solo per la data del 19 maggio (ultima utile per giungere ad eventuali sessioni suppletive entro il 31/5) ma anche dopo”, ha aggiunto il legale.

I tempi si allungano, in particolare, per i docenti laureati privi di abilitazione. Perché giovedì “19 maggio si celebrerà l’udienza per i nostri ricorsi pilota dei Dottorati (solo il primo gruppo che aveva ottenuto il provvedimento favorevole ed ha già sostenuto le prove), dei diplomati magistrale linguistico e #gminfanzia2012”, ha sottolineato Santi Delia.

 

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Veniamo ora alla buona notizia per i tanti ricorrenti coinvolti (sembra oltre 30mila), ovvero il fatto che in caso di accoglimento dei ricorsi, si faranno di sicuro delle prove scritte ulteriori. Una eventualità che al Miur avevano escluso: i dirigenti del ministero dell’Istruzione, infatti, si erano detti convinti che, normativa alla mano, i decreti monocratici emessi dal Tar non possono produrre prove suppletive. Invece, ora i giudici sostengono il contrario.

Su questo punto, è intervenuto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Cisal: “i giudici hanno giustamente fatto rilevare che, qualora dovesse esprimersi favorevolmente ai ricorrenti, il Ministero dell’Istruzione dovrà necessariamente programmare un nuovo calendario di prove, con date successive al 31 maggio, visto che quando arriverà il giudizio monocratico con ordinanze cautelari, sempre in attesa di entrare nel merito, la maggior parte delle prove scritte potrebbero già essere state svolte”.

“A questo punto – prosegue Pacifico – è chiaro che dovranno essere valutate le posizioni dei ricorrenti, non tutte omogenee. Come è ormai scontato che la battaglia legale continuerà comunque presso il Consiglio di Stato, avverso le pronunce del TAR da parte di entrambe le parti. Nel frattempo, il Ministero dell’Istruzione farebbe bene ad attrezzare son d’ora le sedi d’esame dei ricorrenti”.

 

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