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Concorso infanzia e primaria, MiSoS: “Penalizzati gli specializzati sul sostegno senza servizio. Serve una modifica”

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Fa molto discutere l’emendamento presentato dai relatori della maggioranza parlamentare al decreto Dignità, che prevede, fra gli altri requisiti, il possesso di due anni di servizio per partecipare al concorso straordinario per infanzia e primaria. Come scritto in precedenza, anche per i posti di sostegno i 24 mesi di servizio rappresentano un obbligo per partecipare.

Sono giunte molte lamentele da parte dei nuovi specializzati del III° ciclo TFA e anche i laureati in Scienze della formazione primaria sostegno, che resterebbero fuori dai giochi.

Sul tema è intervenuto il MiSoS (Movimento insegnanti di Sostegno), che tramite il presidente Ernesto Ciraci lancia un appello al Governo affinché si intervenga su questo punto dell’emendamento: “Il requisito di possedere due anni di servizio specifico anche non continuativi, su posto comune o sostegno, dichiara Ciraci, penalizza fortemente molti insegnanti specializzati sul sostegno che hanno acquisito il titolo di specializzazione tramite TFA sostegno 3° ciclo o Laurea Scienza Formazione Primaria Sostegno, che hanno terminato il percorso di specializzazione da pochi mesi e non possiedono i requisiti del sevizio“.

Il MiSoS fa notare infatti che “considerato il fabbisogno impellente di insegnanti specializzati, tale esclusione non garantirebbe i diritti dei nostri alunni con disabilità, sanciti dalla Legge Quadro 104/92, primo fra tutti il diritto al docente specializzato, e comporterebbe anche una nuova stagione di instabilità sulla continuità didattica, importante per il benessere psico-fisico dei nostri alunni“.

Viene ricordato quanto fatto con la fase transitoria della scuola secondaria, dove il D.Lgs.59/17 ha previsto la partecipazione con riserva degli specializzati al concorso sui posti di sostegno, senza alcun limite di servizio.

Pertanto auspichiamo che per assicurare i diritti dei nostri alunni con disabilità venga apportato un correttivo all’emendamento“, conclude il presidente del movimento insegnanti di sostegno.