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Concorso scuola e Pas, come funziona il reclutamento? Lo spiega la Cisl Scuola [VIDEO]

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Con l’accordo per stabilizzare il precariato della scuola raggiunto fra Miur e sindacati, inizia a delinearsi il nuovo reclutamento della scuola secondaria, in attesa comunque, dell’iter parlamentare che porterà il testo dell’intesa come emendamento al decreto crescita.

L’intesa fra Miur e sindacati dell’11 giugno prevede due punti fermi per la stabilizzazione del precariato: un concorso scuola riservato ai docenti con tre annualità di servizio e un Pas, un percorso abilitante che permetterà ai docenti precari di inserirsi nella seconda fascia delle graduatorie di istituto per le supplenze.

 

La Cisl Scuola, propone una video guida che spiega nel dettaglio come funziona il reclutamento alla luce degli accordi fra ministero e sindacati, specificando il percorso del Pas e quello del concorso straordinario riservato ai precari.

 

 

“Uscire dalla polemica “concorsi sì concorsi no” è fondamentale”, dichiara il segretario Cisl Scuola Lena Gissi. Perché a quanti affermano che l’intesa governo sindacati, con le sue particolari modalità, non garantisce la necessaria qualità professionale degli insegnanti assunti, è facile rispondere che nemmeno il superamento di un concorso basta, di per sé, a dare garanzie sufficienti in tal senso. Tant’è vero che l’assunzione di chi lo vince trova conferma solo dopo il superamento di un periodo di prova”.

“Peraltro, è lecito chiedersi perché si pongano in dubbio le competenze professionali del docente precario solo nel momento in cui si profila una sua immissione in ruolo, dopo avere utilizzato tranquillamente e per anni il suo lavoro, indispensabile perché la scuola potesse concretamente funzionare. Il termine sanatoria è comunemente usato in termini dispregiativi, ma andrebbe dimostrato che non sia da “sanare” una situazione di precarietà del lavoro così estesa, giunta a sfiorare il 25% degli occupati nella scuola”, prosegue il segretario Cisl Scuola.

“E questo nonostante l’orientamento di tutti i governi, da oltre dieci anni, a privilegiare l’unicità del canale concorsuale “ordinario”, presunta panacea di tutti i mali, mentre i fatti smentivano clamorosamente i propositi, velleitari quanto improbabili, di sconfiggere la «supplentite»”.

 

Il testo dell’intesa (clicca qui)

 

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