Home I lettori ci scrivono Concorsone 2012: ancora “pasticci alla siciliana”

Concorsone 2012: ancora “pasticci alla siciliana”

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In primo luogo l’aver visto sfumare nel nulla la promessa che li aveva spinti ad affrontare la durissima selezione per l’accesso alla scuola di specializzazione, ovvero la certezza che quella scrematura iniziale fosse funzionale a commisurare perfettamente il numero di insegnanti abilitati alla quantità di posti disponibili nelle scuole del territorio. Quando poi hanno capito che i due anni di studio e tirocinio non bastavano per essere assunti, i sissini hanno ricominciato a studiare per accumulare titoli con la compiacenza di tutte le istituzioni che quei titoli rilasciavano generosamente.

Per prima la SISSIS fu pronta nell’offrire agli abilitati la possibilità di ampliare il bagaglio delle competenze già acquisite attraverso i cosiddetti “semestri aggiuntivi” che a seguito di nuovi cicli di lezioni, nuovo tirocinio, nuova tesi e nuovo esame finale permettevano di conseguire ulteriori titoli di abilitazione. Alcuni sissini, fra cui le sottoscritte, benché ancora spossati da un corso di specializzazione molto impegnativo come quello istituito dalla SISSIS di Catania per la classe A052 (Materie letterarie, latino e greco nel liceo classico), decisero di sottoporsi alla nuova fatica del semestre aggiuntivo, senza sospettare nemmeno lontanamente che un giorno qualcuno avrebbe potuto invalidare i loro sforzi dicendo che la SISSIS di Catania errò nel lasciar loro conseguire un ulteriore titolo di abilitazione in una classe appartenente allo stesso ambito disciplinare come la A051 (Materie letterarie e latino nei licei e nell’istituto magistrale).

Eppure l’insospettabile si è verificato in Sicilia nell’ambito del concorsone DDG 82/2012. Dovendo valutare i titoli dichiarati dai concorrenti che hanno superato le prove orali, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ha deciso che il semestre aggiuntivo SISSIS dà luogo ad ulteriore titolo di abilitazione solo per gli abilitati che lo hanno conseguito da classe inferiore in classe superiore (per esempio dalla 43/50 nella 51) e non viceversa (per esempio dalla 52 nella 51). Forse l’USR Sicilia pensa che i primi abbiano sudato per conseguire questo titolo e invece agli altri sia stato regalato con i punti del Mulino Bianco? Chi come noi, abilitato nella classe A052, ha conseguito un ulteriore titolo di abilitazione nella A051 ha dovuto approfondire il settore dell’italianistica che nel precedente corso di specializzazione era stato ridimensionato in favore delle lingue classiche.

L’USR Sicilia si è trincerato dietro l’affermazione che l’abilitazione nella classe A051 ce l’avevamo già e quindi il nostro titolo non merita di essere valutato. Ma una cosa è risultare abili negli insegnamenti comuni ad altre classi dello stesso ambito disciplinare al quale appartiene la prima abilitazione, altra cosa è possedere il titolo di abilitazione in una classe diversa dalla propria.

Cerchiamo di farci capire con un esempio. Un laureato in Lettere classiche (per chi non lo sapesse le diciture, non la sostanza, delle lauree in Lettere sono cambiate, ma noi siamo affezionate alla vecchia nomenclatura), dicevamo, un laureato in Lettere classiche acquisisce le competenze per fare ciò che può fare un laureato in Lettere moderne, avendo svolto un corso di studi comprensivo di quasi tutte le materie contemplate nell’altro. Ma se vorrà avere il titolo di dottore in Lettere moderne, dovrà iscriversi nuovamente all’università, integrare le poche materie che distinguono i due corsi di laurea, scrivere una nuova tesi e sostenere un nuovo esame finale. Qualcuno potrà impedirgli di laurearsi in Lettere moderne sol perché ha già sostenuto quasi tutti gli esami relativi a quel corso di laurea, e soprattutto, se esiste un’istituzione, l’Università, che gli consente di farlo, qualcuno potrà mai negare che egli abbia conseguito una seconda laurea? Mutatis mutandis, essendoci abilitate nella classe A052, siamo risultate abili anche in quelle inferiori dello stesso ambito disciplinare (A051, A050, A043), ma successivamente abbiamo ampliato il nostro percorso formativo integrando gli insegnamenti che mancavano per conseguire un ulteriore titolo di abilitazione nella classe A051. La SISSIS di Catania ci ha consentito di farlo e nessuno può venire a dirci che non è vero niente e che il nostro certificato di abilitazione che attesta il superamento di un esame di Stato (è ancora una cosa seria o no?) è carta straccia per noi, mentre comprova il conseguimento di un ulteriore titolo di abilitazione per gli altri.

Per dirimere la questione basterebbe attenersi all’unico criterio implicitamente indicato in merito dalla tabella di valutazione dei titoli del presente concorso, ovvero quello in base al quale, affinché un ulteriore titolo di abilitazione venga riconosciuto come tale, è necessario che esso sia stato conseguito mediante un esame distinto da quello della prima abilitazione. Criterio identico a quello vigente nell’ambito delle graduatorie permanenti, in cui, peraltro, il nostro titolo viene riconosciuto e valutato regolarmente. Sennonché, a citare le graduatorie permanenti, i funzionari dell’USR Sicilia ci rispondono che si tratta di una “repubblica a parte”. Ma questi funzionari si sono accorti che da mesi sul sito ufficiale del loro ufficio viene pubblicato uno stralcio del verbale redatto dalla Commissione giudicatrice sui criteri adottati nella valutazione dei titoli in cui si invocano proprio le graduatorie permanenti? E se è vero che la Commissione ha commesso un errore nel citare le GAE (questo ci ha risposto una funzionaria), com’è possibile che l’USR Sicilia continui a pubblicare sul suo sito una cosa sbagliata?

Siamo al colmo della superficialità e della faciloneria… o peggio. Certe volte ci viene da pensare che tutto questo si stia verificando per favorire qualcuno che manca del nostro titolo. Ma sono solo pensieri sporadici. Benché gli animi siano esacerbati, vogliamo essere benevole e propendere per l’ipotesi del solito pasticcio all’italiana, anzi alla siciliana.

Un ultimo sassolino dalla scarpa lasciatecelo levare per rispondere a certi funzionari che poco sanno della storia del precariato. Non spetta all’USR Sicilia sindacare su quello che i sissini, come tanti altri, hanno fatto per accumulare titoli, dal momento che essi insieme a tutti i precari d’Italia sono le vittime di un sistema perverso che li ha costretti a fare la “raccolta punti” al fine di mantenere (non di migliorare) la propria posizione in graduatoria nell’attesa che essa venga finalmente smaltita.

Clara Grasso

Alida Grasso

Stefania Parlato

Maria Esterini

Silvana Di Marco