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Controlli sui certificati vaccinali: li faranno i docenti, pagati con i soldi della didattica?

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Prosegue, con non poche incertezze e colpi di scena, l’esame del decreto sulle vaccinazioni obbligatorie.

Nel pomeriggio di mercoledì 12 luglio nell’aula del Senato continuerà il dibattito mentre su diversi emendamenti stanno emergendo problemi di non poco conto.
Abbiamo già riferito in merito all’obbligo dei vaccini per i docenti segnalando che la Commissione Bilancio ha espresso parere negativo perchè mancherebbe la copertura finanziaria (evidentemente chi aveva proposto la norma non aveva calcolato che anche un piccolo costo unitario va sempre moltiplicato per un milione, tanti quanti sono i docenti che prestano servizio nelle scuole italiane).
Ma sta emergendo pure una “grana” sull’emendamento della senatrice Puglisi che prevede che il dirigente scolastico possa assegnare ad un suo collaboratore l’incarico di occuparsi del controllo delle certificazioni presentate dalle famiglie o di quelle mancanti.
Nelle scuole affidate in reggenza il docente incaricato potrà ottenere l’esonero dall’insegnamento. I costi (11 milioni e mezzo per il 2017 e 23 per il 2018) verrebbero coperti riducendo gli stanziamenti della legge 440/97 che serve normalmente a finanziare la le attività di ampliamento dell’offerto formativa.

 

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In merito ha preso posizione la senatrice del Gruppo Misto Maria Mussini: “È già pronta una mia modifica al testo proprio per correggere tale stortura ed evitare che le risorse del Fondo, già destinate alla scuola, vengano dirottate su impegni di cui il Governo avrebbe dovuto coerentemente farsi carico con stanziamenti ad hoc”.
“La verità – prosegue Mussini – è che con questo escamotage si cerca di colmare la voragine innescata dai meccanismi di risparmio attuati ormai da anni nella scuola, a cominciare proprio dall’insufficienza di dirigenti e dalla sottrazione del denaro che sarebbe necessario per ripagare tutto il tempo che ai docenti italiani, già i peggio pagati nell’Ue, viene chiesto per svolgere le mille diverse incombenze caricate sulla loro schiena”.
Peraltro va anche detto che la cifra prevista dall’emendamento Puglisi non sembra affatto congrua in quanto consentirebbe l’esonero di non più di 1.300 docenti mentre per il 2017/2018 si calcolano già poco meno di 2mila istituzioni scolastiche prive di dirigenti.

 

 

 «1-bis. Al fine di assicurare gli adempimenti previsti al comma 1, nelle more dell’espletamento del primo corso concorso bandito ai sensi dell’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in ciascuna istituzione scolastica di dimensioni superiori ai limiti di cui all’articolo 19, comma 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, che sia affidata in reggenza, è esonerato dall’insegnamento un docente individuato dal dirigente reggente tra i soggetti di cui all’articolo 1, comma 83, della legge 13 luglio 2015, n. 107. Ai docenti esonerati si applica l’articolo 14, comma 22, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

        1-ter. All’onere derivante dal comma 1-bis, pari a 11,47 milioni di euro per l’anno 2017 ed a 22,93 milioni di euro per l’anno 2018, si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1 della legge 18 dicembre 1997, n. 440».