
La lunga attesa sull’avvio dei corsi di specializzazione di sostegno affidati all’Indire, rivolti a decine di migliaia di precari con almeno tre anni di supplenze o per chi ha già seguito all’estero corsi in didattica speciale (se accettano di rinunciare a contenziosi giurisdizionali), sembra incentivare ulteriormente l’ostilità per l’iniziativa da parte dei docenti già specializzati attraverso il Tfa.
Come abbiamo avuto modo di scrivere, a rendere tutto più lento è stata anche e soprattutto la ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’inclusione – di cui fanno parte il Comitato tecnico scientifico e la Consulta delle Associazioni – che per legge deve dare un parere obbligatorio su aspetti rilevanti della procedura, tra cui quello del profilo professionale del docente di sostegno.
A fare sentire tutta la loro ostilità per i corsi è stavolta il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, che esprime “profonda preoccupazione e forte dissenso rispetto all’iniziativa del Governo” che intende attivare dei corsi che descrive “abbreviati” per portare alla “acquisizione di soli 30 Cfu, una riduzione significativa rispetto al tradizionale percorso TFA, che richiede 60 Cfu, minimo otto mesi di formazione in presenza, esami e tirocinio pratico”.
Il Collettivo parla di “attivazione di percorsi semplificati” e chiede “al Governo di garantire percorsi formativi rigorosi e omogenei per tutti i docenti, nell’interesse degli alunni con disabilità, delle loro famiglie e della qualità del sistema scolastico inclusivo”. Della questione si parlerà anche in tribunale: è stato infatti depositato anche un ricorso al Tar, la cui data d’udienza è fissata per il prossimo 4 marzo.
Secondo il Collettivo, “la disparità tra i percorsi di formazione solleva diverse problematiche: “incompatibilità formativa”, perché “il percorso abbreviato rischia di compromettere la qualità della preparazione richiesta per affrontare le delicate sfide dell’insegnamento di sostegno, che necessita di competenze specifiche in didattica inclusiva, conoscenze sulle diverse tipologie di disabilità e padronanza di metodologie avanzate.
Ma i corsi Indire, sostiene ancora il Collettivo, “potrebbe produrre anche disparità di trattamento: l’introduzione di percorsi semplificati crea una disuguaglianza tra i docenti che hanno seguito un iter formativo completo e coloro che accederanno a questa nuova modalità agevolata. Disparità denunciata attraverso molti incontri con politici dell’opposizione e interrogazioni parlamentari, per ultima quella presentata dall’On. Piccolotti (Alleanza Verdi e Sinistra)”.
C’è poi il problema, osserva ancora il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, il problema del “sovraffollamento delle graduatorie: l’accesso facilitato ai percorsi Indire – sostengono – aggraverà ulteriormente la già critica saturazione delle graduatorie per il sostegno, come evidenziato dai bollettini di nomina per supplenze annuali in numerose province italiane, in particolare per le classi di concorso ADSS (secondaria di secondo grado) e ADMM (secondaria di primo grado)”.
Si ricorda che attualmente, è in corso l’XI ciclo del TFA sostegno, che garantirà la specializzazione di circa 29.000 docenti, con la previsione di un successivo XII ciclo. Questi percorsi, già consolidati, permettono ai docenti triennalisti di accedere senza compromettere l’equità e la qualità della formazione.