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Covid, parte la petizione per non tornare in classe il 7 gennaio: senza vaccino terza ondata dietro l’angolo

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Il Covid ancora non è vinto: i nuovi contagi in calo non bastano per abbassare la guardia. Ne è convinto il sindacato Unsic, che ha lanciato una petizione affinché si prolunghi la didattica a distanza nelle scuole superiori per qualche altra settimana: in questo modo, sostiene l’organizzazione sindacale, si favorirebbe in modo graduale “il rientro in presenza in condizioni migliori, con un miglioramento delle cure per il Covid ed un numero sempre maggiore di persone vaccinate”. 

Secondo il sindacato, con oltre tremila uffici in tutta Italia tra Caf, Patronati e Caa, con la riapertura delle scuole in presenza dal 7 gennaio si rischierebbe di alimentare una terza ondata che sarebbe peggiore delle altre, principalmente per la concomitanza con le influenze stagionali e per lo stress delle strutture e del personale sanitario.

L’Unsic ha anche redatto un dossier, con le fonti sull’incidenza dell’universo scolastico nel numero dei contagi, in particolare a causa dei trasporti e degli assembramenti studenteschi davanti agli edifici scolastici.

Il Covid è ansiogeno

“Riteniamo che la scuola in presenza dovrebbe rappresentare l’ordinarietà, ma quella del periodo pandemico è ansiogena e discontinua: occorre avere piena consapevolezza che purtroppo stiamo vivendo un periodo straordinario e un dramma epocale con oltre 60mila vittime”, hanno detto i responsabili dell’Ufficio comunicazione e del Centro studi dell’Unsic che hanno collaborato alla stesura del dossier.

Aspettiamo fino a che non avremo i vaccini

“Se la didattica a distanza sta salvando vite, soprattutto dei nostri anziani, occorre continuare ad adottarla alle superiori almeno finché non avremo le cure monoclonali e i vaccini per buona parte della popolazione. È una sfida e una responsabilità che – concludono dall’Unsic – il governo deve assumersi pienamente per il bene di tutti, mettendo da parte protagonismi o tentazioni ideologiche e demagogiche”.