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Crescono i no al referendum sulla riforma costituzionale: la Scuola ancora ago della bilancia?

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Ogni giorno che passa, il referendum sulla riforma costituzionale prende sempre più le sembianze di un lasciapassare per il Governo a rimanere in “sella” fino al 2018.

Con i voti del “popolo” della scuola che rischiano di diventare determinanti, come è già accaduto, con ogni probabilità, in occasione delle elezioni amministrative del mese di giugno.

Una sintesi di questo concetto giunge dalle parole di Stefano Caldoro, esponente di Forza Italia e presidente della Regione Campania dal 2010 al 2015: partecipando alla Festa regionale di Forza Italia che è cominciata oggi a Santeramo in Colle, Caldoro ha detto che “il Sud ha motivi in più per votare No a questa riforma costituzionale“, perché “non rimette il Sud in Costituzione come fece il costituente, ma peggiora le cose. Sono state introdotte alcune norme che non garantiscono l’uguaglianza dei diritti dei cittadini nei diversi territori anzi rischiano di amplificare il divario”.

Caldoro ritiene che “i diritti costituzionali sono trasformati in diritti territoriali. I diritti come la salute, la sicurezza e l’istruzione, uguali per tutti come dice l’articolo 3 della Carta, sono declinati sulle differenze fra le diverse zone del Paese, quelle più’ ricche e quelle più povere“.

Per l’esponente di Forza Italia, pertanto, “Questa riforma, approvata dal Parlamento e sostenuta dal Governo va nella direzione sbagliata. Nel merito e nel metodo, nel metodo perché l’Esecutivo ha trasformato l’appuntamento in un test sul gradimento dell’azione di governo”.

Poi, il forzista conclude con un messaggio che lascia presagire una forte opposizione al referendum autunnale: “noi cittadini del Sud, faremo sentire la nostra voce. Non sono solo critico sull’impianto complessivo della riforma, ma soprattutto – conclude Caldoro – per difendere i nostri diritti e l’unità del Paese”.

Insomma, l’estate è solo all’inizio ma già possiamo scommettere su quale sarà leitmotiv che la caratterizzerà a livello politico: un referendum che dividerà, di sicuro, i cittadini italiani. Ma che troverà compatti, con ogni probabilità, quelli della scuola.

 

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