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Crocifisso nelle scuole, gli atei con Fioramonti: “Un bel cambio di passo dopo i rosari di Salvini”

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“Il crocifisso a scuola è una questione divisiva, che può attendere. Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”.

Così il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che intervistato durante la trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” aggiunge: “Io credo in una scuola laica”.

L’idea di sostituire i crocifissi con le mappe geografiche del mondo nelle classi scolastiche provoca critiche feroci dall’opposizione. Una voce “fuori dal coro” è quella dell’unione degli atei che si schiera a favore di Fioramonti

“È un bel cambio di passo, soprattutto se pensiamo ai rosari cui ci aveva abituato l’ex vicepresidente del Consiglio. Ora speriamo che alle parole seguano i fatti“, afferma il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene.

“Le dichiarazioni del ministro sono peraltro totalmente in linea con le risultanze di un confronto che abbiamo aperto sui nostri social giusto un anno fa, quando abbiamo chiesto quali immagini, frasi e simboli si vorrebbero vedere esposti al posto del crocifisso sulle pareti delle aule scolastiche: a spuntarla era stata proprio la Costituzione e in particolare l’articolo 34 della nostra carta fondamentale, quello che recita che “La scuola è aperta a tutti”, aggiunge Grandene.

“Noi continuiamo a pensare che in uno Stato laico i luoghi pubblici debbano essere neutri dal punto di vista religioso e siamo contenti di sapere che il ministro la pensa come noi. E visto che nessuna legge lo impone, basterebbe solo un bel decreto ministeriale sugli arredi scolastici che vada in questo senso”, conclude.

Cosa prevede la legge

Per trovare l’ultima pronuncia giurisdizionale di rilievo sulla questione, bisogna andare indietro fino al 2011, quando la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo, accogliendo un ricorso dell’Italia, ha ritenuto legittima l’esposizione del crocifisso, ribaltando una sentenza della stessa Corte europea.

La vicenda giudiziaria da cui è iniziato tutto, e che è durata quasi 9 anni, è partita dall’istituto Vittorino da Feltre, una scuola di Abano Terme, nel padovano.

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