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D.d.L. 932/B… il dibattito continua

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Si è conclusa giovedì scorso la discussione generale del disegno di legge sul nuovo reclutamento e sui corsi abilitanti. Sebbene non siano mancate le critiche da parte di alcuni senatori della Commissione Istruzione sull’assetto che il D.d.L. 932/B ha assunto dopo l’approvazione degli emendamenti introdotti dalla Camera, è opinione generale che l’iter debba concludersi al più presto per non disattendere le aspettative di tutte le categorie di operatori scolastici interessate al provvedimento e soprattutto quelle dei docenti precari.
Il senatore Biscardi, relatore del disegno di legge, ha ripercorso le varie tappe del 932/B, stigmatizzando l’atteggiamento di quanti (Lega e Rif. Comunista) avrebbero voluto sminuire il valore delle prove finali dei corsi abilitanti, abolendo addirittura la prova scritta a favore della discussione di una "tesina" e riducendo il tutto ad una semplice formalità. A questo proposito, ha esortato il Parlamento a dare una risposta "seria e non ipocrita" alle pressanti richieste di immissioni in ruolo ope legis avanzate da alcuni gruppi di insegnanti precari. Inoltre, si è rammaricato del fatto che il sottosegretario Teresio Delfino, nell’ultima seduta, abbia prospettato l’ipotesi che il Governo possa bandire i concorsi se il Parlamento non dovesse approvare tempestivamente il disegno di legge in esame, perché, tali pressioni avrebbero potuto essere rivolte anche alla Camera dove il D.d.L. è rimasto in seconda lettura per ben otto mesi. Biscardi ha ricordato che il Governo, con un provvedimento autonomo, "avrebbe comunque da tempo potuto bandire i concorsi quanto meno per il 50 per cento dei posti disponibili, riservando il restante 50 per cento ad una fase successiva all’approvazione del provvedimento".
Entro le ore 18.00 di venerdì 19 febbraio sono stati presentati gli emendamenti che, a norma di regolamento, possono solo riguardare le parti modificate dagli emendamenti introdotti dalla Camera dei Deputati, pena l’inammissibilità. La discussione sul D.d.L. 932/B continuerà martedì 23 febbraio e quindi si procedere alle votazioni.

Riportiamo il resoconto sommario della seduta della Commissione Istruzione del Senato di giovedì 18 febbraio.

Presidenza del Presidente ADRIANO OSSICINI

Intervengono il sottosegretario di Stato per la Pubblica Istruzione Delfino.
La seduta inizia alle ore 16.

IN SEDE DELIBERANTE
(932-B) Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati e della petizione n. 534 ad esso attinente
(Seguito della discussione e rinvio)

Riprende la discussione, sospesa nella seduta del 9 febbraio scorso.

Si apre il dibattito.

Il senatore LORENZI esprime una certa soddisfazione per le modifiche introdotte dalla Camera dei deputati: esse infatti sono sostanzialmente coerenti alle finalità perseguite dal Gruppo Lega Nord – Per la Padania indipendente, quali riassunte in un emendamento, che mirava fra l’altro a ridurre le prove di abilitazione per i precari allo svolgimento di una tesina. La proposta della sua parte politica non è stata interamente accettata, ma indubbiamente ha concorso ad orientare l’altro ramo del Parlamento, così da giungere ad un testo più realistico e di agevole applicazione. Occorre non dimenticare, del resto, il dato di fatto rappresentato da una scuola che da anni si regge sul lavoro di numerosissimi docenti privi di abilitazione, ai quali si vuole imporre oggi di superare un vero e proprio esame per continuare a svolgere la medesima attività. Preannuncia quindi la presentazione di alcuni emendamenti volti ad eliminare la prova scritta dal concorso riservato, riducendo quest’ultimo ad un colloquio per l’accertamento della professionalità acquisita. Altri suoi emendamenti si riferiscono al corso preliminare, la cui durata – stante la evidente scarsa utilità e al fine di risparmiare
risorse – propone di ridurre fortemente. Ulteriori proposte intendono conferire espresso riconoscimento al titolo di dottore di ricerca nel quadro della nuova disciplina del reclutamento, esprimendo così un segnale importante per la evoluzione dell’ordinamento universitario. Dopo aver ricordato il caso di quanti auspicano una entrata in vigore non troppo sollecita del testo in esame, così da poter maturare nel frattempo i prescritti requisiti di servizio, auspica conclusivamente una evoluzione dell’ordinamento scolastico che, secondo una ispirazione autenticamente liberale, superi la mistica del posto del ruolo fisso e si fondi invece sul riconoscimento dell’impegno e del valore professionale.

Il senatore RESCAGLIO si sofferma analiticamente sulle principali modifiche apportate dalla Camera dei deputati al testo a suo tempo licenziato dal Senato della Repubblica, già evidenziate dal senatore Biscardi nella sua relazione introduttiva. Per quanto riguarda la diversa composizione delle commissioni d’esame, egli ritiene che si possa accedere alla formulazione redatta dalla Camera dei deputati, benché fosse probabilmente preferibile – per ragioni di serietà – mantenere il principio accolto dal Senato. Perplessità suscita anche la modifica relativa al personale dei conservatori, in ordine alla quale ritiene indispensabile svolgere una riflessione culturale nonostante le innegabili ragioni di urgenza del provvedimento. Ancora, non è a suo giudizio condivisibile la norma secondo cui nel punteggio finale delle sessioni riservate sarà prevista, a titolo di riconoscimento della professionalità acquisita in servizio, una quota proporzionale agli anni di insegnamento prestato. Egli giudica invece positivo l’articolo 12 introdotto dalla Camera dei deputati, che sana la posizione di docenti che hanno già superato prove concorsuali ma che non hanno potuto essere immessi in ruolo per mancanza di posti. A tale ultimo riguardo, paventa il timore che il parere contrario espresso dalla Commissione bilancio ne determini la soppressione.

La senatrice MANIERI sottolinea l’urgenza di portare a conclusione l’iter del provvedimento, che segna comunque una brutta pagina nella storia parlamentare. D’altronde, atteso che molti precari hanno doti di innegabile valore e qualità, non si vede la ragione per cui essi debbano temere gli esiti di una valutazione, tanto più che la forma concorsuale dovrebbe essere l’unica per l’accesso al pubblico impiego. Né va dimenticato, prosegue, che la legge n. 341 del 1990 aveva già individuato una più qualificata forma di reclutamento del personale scolastico, che tuttavia è rimasta finora inspiegabilmente inapplicata. Nel dichiararsi d’accordo con i rilievi del relatore sulle modifiche apportate dalla Camera dei deputati in ordine alle modalità di calcolo del punteggio finale delle sessioni riservate e alle graduatorie dei docenti dei conservatori, modifiche sulle quali occorrerà senz’altro intervenire nuovamente, conclude esprimendo preoccupazione per la prossima fase di applicazione del provvedimento, successiva alla sua approvazione parlamentare.

A giudizio del senatore TONIOLLI l’esasperazione conseguente all’estenuante iter parlamentare del provvedimento non giustifica in alcun modo le ipotesi di immissioni in ruolo ope legis in alcune sedi prospettate. Condivide pertanto l’invito del relatore al Ministro a tenere alto il livello delle sessioni d’esame, al fine di non mortificare i docenti precari più preparati. In questa ottica, anche il metodo di calcolo del punteggio finale previsto dalla Camera dei deputati può essere condiviso, a condizione che ad esso corrisponda la massima serietà nelle prove d’esame.

Il senatore ASCIUTTI stigmatizza la dicotomia rappresentata dal riconoscimento del servizio ai fini del punteggio finale delle sessioni d’esame riservate di cui all’articolo 2, che rappresenta una anomalia rispetto agli ordinamenti scolastici quanto meno europei, e la soppressione del riconoscimento del servizio prestato con riguardo al personale dei conservatori di cui all’articolo 3. Egli si associa quindi all’auspicio che il livello delle sessioni d’esame sia tenuto sufficientemente alto dal Governo, così da garantire l’immissione in ruolo di personale docente di qualità e conclude sottolineando l’alto costo che prevedibilmente avranno i prossimi concorsi per i tantissimi candidati previsti: un costo da imputare al mancato rispetto di una cadenza regolare nel bandire i concorsi nell’ultimo decennio.

La senatrice BRUNO GANERI condivide il giudizio negativo della senatrice Manieri sulla qualità del provvedimento in esame, che peraltro corre il rischio a suo giudizio di peggiorare ulteriormente, come già è accaduto nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati. In particolare, ella sottolinea la diversità di trattamento prefigurata a danno degli accompagnatori di pianoforte dei conservatori rispetto agli assistenti delle accademie di belle arti, che pure rappresentano due categorie equiparate, con mansioni analoghe. Ella preannuncia pertanto emendamenti perequativi in tal senso, la cui approvazione raccomanda alla Commissione. Ella si sofferma poi sull’ingiustizia perpretrata a danno dei docenti che hanno già sostenuto e superato prove concorsuali ma non sono stati immessi in ruolo per mancanza di posti e che sarebbero ora sottoposti a nuovi esami. Quanto meno in una logica di contenimento della spesa, se non addirittura di qualità della docenza, occorrerebbe pertanto evitare le prove concorsuali a coloro che sono già in possesso dell’abilitazione, onde non perdere un’occasione per riaffermare la credibilità del Parlamento.

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il relatore BISCARDI, il quale prende atto con soddisfazione della serenità che ha caratterizzato gli interventi sia della maggioranza che dell’opposizione. Egli ripercorre quindi brevemente le tappe del provvedimento su cui continuano a riflettersi, a causa della lentezza con cui procede l’iter, gli insaziabili appetiti dei soggetti interessati. Egli ricorda quindi che il disegno di legge n. 932 era stato originariamente presentato dal Governo per sopprimere una norma introdotta alla Camera nel provvedimento collegato alla manovra finanziaria del 1995 con un emendamento del Gruppo Alleanza Nazionale, che al Senato non era stato possibile modificare, attesa l’urgenza di approvare in via definitiva il provvedimento stesso. Nel corso dell’esame in prima lettura al Senato del disegno di legge n. 932 si era purtroppo registrata l’impossibilità di convergere sulla soppressione di quella norma e si era convenuto di prevedere sessioni riservate di abilitazioni che consentissero l’inserimento nella graduatoria del doppio canale. Ciò, nonostante che dalla stessa parte politica da cui era scaturito l’emendamento "incriminato" in Senato se ne fosse richiesta la cancellazione. Successivamente alla trasmissione del disegno di legge n. 932 alla Camera dei deputati, è poi intervenuta l’ulteriore richiesta da parte dei precari di una immissione ope legis, cui occorre che il Parlamento sappia dare una risposta seria e non ipocrita.
Per quanto riguarda i nodi specifici su cui si è incentrata la discussione, egli rileva che la questione della composizione delle commissioni d’esame era già stata lungamente dibattuta in Senato in prima lettura, ove la posizione di Rifondazione Comunista a favore di una composizione prevalentemente interna era stata posta in minoranza; alla Camera invece essa è prevalsa e pare ora registrare un rassegnato consenso. Egli ribadisce poi di considerare una mostruosità giuridica le modalità di calcolo del punteggio finale delle sessioni riservate d’esame previste dal comma 4 dell’articolo 2 nel testo licenziato dalla Camera. Esprime altresì soddisfazione per le critiche manifestate dalla stessa opposizione in ordine alla modifica introdotta dalla Camera relativamente alle graduatorie del personale docente dei conservatori. Quanto infine alla norma sui presidi incaricati, egli sottolinea che la riserva del 50 per cento dei posti introdotta dalla Camera differisce macroscopicamente dalla riserva già prevista dal decreto legislativo con cui è stata attribuita la dirigenza ai capi di istituto e che pertanto essa non può essere in alcun modo condivisa.
Il relatore si sofferma poi sui tempi di esame del provvedimento, rilevando che l’esame in seconda lettura presso la Camera dei deputati è durato ben otto mesi, nel corso dei quali non è stata avviata alcuna consultazione con il Senato né da parte della Camera stessa né del Governo. Ciò, nonostante che la Camera si apprestasse ad accogliere alcuni emendamenti (come ad esempio quello sulla ammissione alle sessioni riservate d’esame dei docenti delle scuole elementari) che erano già stati proposti al Senato e respinti su pressante richiesta del Governo, nonostante l’orientamento favorevole del relatore. Analogamente, egli manifesta rammarico per le dichiarazioni rese dal sottosegretario Delfino nell’ultima seduta, nel corso della quale quest’ultimo ha ventilato l’ipotesi che il Governo proceda al bando dei concorsi qualora il Parlamento non approvi tempestivamente il disegno di legge in esame: a suo giudizio, tali dichiarazioni avrebbero infatti potuto essere svolte anche alla Camera nel corso del lungo iter in seconda lettura. Né va dimenticato che il Governo avrebbe comunque da tempo potuto bandire i concorsi quanto meno per il 50 per cento dei posti disponibili, riservando il restante 50 per cento ad una fase successiva all’approvazione del provvedimento. Il relatore conclude infine la propria replica ricordando di aver egli stesso suggerito, nel corso della prima lettura, che le graduatorie rimanessero vigenti fino alla conclusione del concorso successivo, ma che il Governo ritenne preferibile che esse avessero vigenza solo fino all’indizione del concorso stesso. Ancora una volta, alla Camera dei deputati il Governo ha tuttavia tenuto un atteggiamento difforme rispetto a quello tenuto in Senato.

Ha quindi la parola per la replica il sottosegretario DELFINO, il quale riconosce che nell’iter del provvedimento sono maturati atteggiamenti tali da suscitare non poche perplessità. Il Governo si è tuttavia sempre adoperato per raccogliere la massima convergenza possibile al fine di consentire una risposta sollecita alle aspettative del mondo della scuola. Alcune soluzioni, riconosce, non sono certamente soddisfacenti sul piano tecnico-giuridico. Il Governo ha tuttavia ritenuto di accoglierle al fine di conseguire il risultato di una sollecita approvazione: questa è stata infatti la motivazione costante dell’atteggiamento del Governo, che in alcuni casi si è trovato effettivamente costretto a muoversi in maniera non del tutto lineare. Auspica quindi che l’iter volga finalmente al termine, pur tenendo nel debito conto le osservazioni espresse dalla Commissione bilancio.

Il presidente ASCIUTTI ricorda che nella scorsa seduta si era ipotizzato di fissare a domani, venerdì 19 febbraio, il termine per la presentazione degli emendamenti, nel presupposto che oggi si concludesse la discussione generale. Essendo tale fase procedurale effettivamente conclusa, propone di fissare il termine a domani alle ore 18.

Il senatore LOMBARDI SATRIANI fa osservare che la settimana parlamentare si conclude con la giornata odierna e che pertanto appare preferibile posticipare il termine a martedì prossimo.

Il presidente ASCIUTTI, nel ribadire che l’ipotesi di fissare il termine a domani era già stata avanzata nella seduta del 9 febbraio scorso, fa presente che una sua posticipazione a martedì renderebbe di fatto impossibile acquisire i pareri in tempo utile per concludere l’esame del provvedimento entro la settimana prossima, come unanimemente auspicato. Egli conferma poi al senatore RESCAGLIO che, ai sensi dell’articolo 104 del Regolamento, nella fase attuale possono essere presentati solo emendamenti in diretta correlazione con quelli introdotti dalla Camera dei deputati. Emendamenti riferiti a parti non modificate sarebbero invece dichiarati inammissibili.

Il relatore BISCARDI concorda con la proposta del Presidente di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti a domani. Egli stesso preannuncia la presentazione di alcune proposte emendative sulle quali occorrerà acquisire il parere della Commissione bilancio, nell’auspicio che quest’ultima riconsideri il parere precedentemente reso.

La Commissione conviene infine sulla proposta del Presidente di fissare a domani venerdì 19 febbraio, alle ore 18, il termine per la presentazione degli emendamenti.

Il seguito della discussione è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.

Nella seduta del 23 febbraio il presidente Ossicini ha informato che un Gruppo parlamentare ha chiesto la riapertura del termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 932-B, sul personale scolastico. Senza discussione, la Commissione ha fissato detto termine a mercoledì 24 febbraio, alle ore 12.