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D’Ottavio (PD): “Il Parlamento farà la sua parte per approvare la legge in tempi rapidi”

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A difesa delle decisioni di Renzi e Giannini in materia si schiera oggi il deputato PD Umberto D’Ottavio, membro della Commissione Cultura della Camera  che osserva: “Solo chi non conosce l’organizzazione del sistema dell’istruzione in Italia può pensare che sia facile assumere una decisione sulle vicende che riguardano la scuola. Per questo è preferibile qualche giorno in più per fare le cose nel modo migliore”. 
“Dal Consiglio dei Ministri di ieri – sottolinea D’Ottavio – è emerso un dato politico e culturale molto rilevante: la direzione di lavoro è quella del sostegno alla scuola dell’autonomia e, quindi, dotare le istituzioni scolastiche del personale necessario per raggiungere gli obiettivi del piano dell’offerta formativa. Cosa molto diversa dall’idea che per migliorare la didattica basta aggiungere un’ora di lezione di qualche materia con una visione centralistica dell’organizzazione della didattica”.
Secondo il parlamentare del PD “non si può stabilizzare un precario solo perché è in una graduatoria, ma bisogna partire da quello che serve alla scuola e non è detto che le graduatorie ad esaurimento siano sufficienti”.
Sulla possibilità che il Parlamento riesca ad affrontare la questione nei tempi dovuti approvando per tempo il disegno di legge che Renzi sta mettendo a punto, D’Ottavio non ha dubbi: “Appena il Governo presenterà un disegno di legge credo che le Commissioni di Camera e Senato saranno prontissime ad affrontare le questioni e dare le risposte che la scuola aspetta”.
Peccato che, all’interno del PD, non tutti concordino con questa visione. Pierluigi Bersani, per esempio, ha evidenziato che non sarà per nulla facile riuscire ad approvare la legge in tempi tali da rendere possibile le assunzioni già a settembre. E se lo dice Bersani, che di tecnica parlamentare ne capisce qualcosa, c’è da credergli. Ma può anche darsi che, per evitare figuracce o qualcosa di peggio, questa volta deputati e senatori sia diano davvero da fare, come auspicato da Umberto D’Ottavio.