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Da docet ad escort

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A.A.A. docente esperto, bella presenza, automunito, titolatissimo, offresi anche per rapporti didattici non protetti e occasionali. Garantisce: atteggiamento supino verso il dirigente scolastico, che potrà abusare di lui senza riserva; massima accondiscendenza verso alunni e genitori; servilismo assoluto al potere politico; totale e incondizionata disponibilità a fornire ogni genere di prestazione ad ogni ora e in ogni sede; docilità a farsi prezzolare e sponsorizzare da chicchessia per qualsivoglia depravazione educativa in cambio di una ciotola di riso o un piatto di lenticchie, ma solo se è stato abbastanza seducente, remissivo e appagante verso studenti-clienti e preside-padrone. Si offrono facoltà di recesso e formula soddisfatti o rimborsati.

Sembra già di vederlo, è l’annuncio che sarà affisso all’albo regionale degli insegnanti non appena la riforma che mercifica la funzione docente uscirà dalle Camere italo-bulgare del caudillo Renzi.

C’è voluto tutto l’acume del partito democratico per risolvere la piaga del precariato scolastico italiano, l’insopportabile iniquità tra quell’80% di docenti a tempo indeterminato e il 20% utilizzati un po’ qui un po’ lì, un giorno sì e tanti no. Meglio precarizzarli tutti, equipararli senza discriminazione alcuna ai neri, quelli che il caporalato recluta a rotazione per gli agrumi in Sicilia, i pomodori in Campania, l’uva in Puglia e i calci nel sedere dello Stato complice quando non servono.