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Da posto di sostegno a posto comune, ci vuole più responsabilità da parte di tutti

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Anche quest’anno si è nuovamente registrato il fenomeno del passaggio da sostegno a posto comune, un movimento che, sebbene consentito dalla legge, solleva molte riflessioni sul suo significato reale e sulle motivazioni che lo sottendono. I dati dell’ultimo anno scolastico mostrano come questa dinamica si ripeta con una certa costanza, coinvolgendo migliaia di docenti in tutte le fasce di scuola, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado.
Nell’analizzare i numeri, emerge chiaramente come nel prossimo anno scolastico siano stati richiesti e ottenuti circa 2.307 passaggi da sostegno a posto comune: 243 nella scuola dell’infanzia, 999 nella primaria, 315 nella secondaria di I grado e 750 nella secondaria di II grado. Questi movimenti rappresentano più del 10% dei docenti coinvolti nell’organico di sostegno, un dato che non può essere ignorato.
Il fenomeno si inserisce in un contesto di cosiddetta “migrazione” interna alla scuola, che si ripete ormai da anni e che di fatto contribuisce a svuotare i posti su sostegno.Viene da pensare che chi ha avuto la possibilità di frequentare il TFA ordinario e di entrare in ruolo anche in maniera “semplificata” con l’articolo 59, non abbia aspettato altro che fuggire su materia usando questa situazione come un trampolino verso il posto fisso! Sono anche questi i docenti che accusano i corsi INDIRE definendoli un’idea farlocca?

L’importanza dei Corsi INDIRE e il valore dei docenti specializzati

In questo scenario, il Governo ha fatto bene a investire sui Corsi INDIRE per il sostegno, riconoscendo il valore e la professionalità dei docenti che scelgono di specializzarsi con percorsi mirati e qualificati pensati per valorizzare l’esperienza sul campo dei docenti e dare riconoscimento e dignità ai docenti con TFA estero.
Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso una valorizzazione reale di tutte le figure che operano nel settore del sostegno. Alla luce della sistematica transumanza dei docenti di ruolo da sostegno a materia bisogna riconoscere che non è accettabile giudicare male gli insegnanti per cui è pensato il percorso INDIRE e che si dovrebbe smettere di definire questi ultimi scorciatoie facilitate per i  “furbastri”. 

Riflessione e responsabilità di tutti

E’ fondamentale che, prima di lanciare accuse infondate o giudizi affrettati, ognuno si prenda un momento di riflessione. La scuola non è il luogo dove ognuno pensa esclusivamente a sé, ma uno spazio di crescita e di costruzione della società del futuro. 
In questo contesto, i docenti con pluriennale esperienza e coloro che hanno conseguito titoli all’estero che si specializzeranno con i Corsi INDIRE meritano rispetto e considerazione, non polemiche sterili.

Una sfida di responsabilità collettiva

La questione dei trasferimenti tra sostegno e posto comune richiede una riflessione approfondita e condivisa. È un tema che riguarda non solo le logiche di mobilità, ma anche il valore che attribuiamo alle competenze e alla professionalità dei docenti. La scuola del domani si costruisce con rispetto, valorizzazione e responsabilità condivisa, affinché ogni insegnante possa sentirsi parte di una comunità che riconosce e premia il merito e la dedizione.
Prima di giudicare o criticare, ognuno dovrebbe chiedersi quale ruolo può e deve avere nel favorire un ambiente scolastico sereno, equo e di qualità. La vera sfida è quella di lavorare insieme per una scuola che non sia solo un luogo di passaggio in cui ognuno pensa a sé, ma un presidio di formazione, crescita e speranza per le future generazioni.

Daniela Nicolò portavoce Community Uniti per INDIRE