Home I lettori ci scrivono Didattica a distanza, lettera di uno studente al ministro Lucia Azzolina

Didattica a distanza, lettera di uno studente al ministro Lucia Azzolina

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Sono Domenico Greco, abito in Provincia di Milano, studio presso l’ITIS Alessandrini di Vittuone e attualmente frequento la classe IV del corso di informatica e telecomunicazioni.

Le scrivo per riportarLe il mio parere a riguardo della situazione attuale in Italia nel reparto scuola; ho deciso di scriverLe visto che in molti studenti d’Italia hanno espresso la propria opinione. Ho suddiviso il mio intervento in diversi sotto argomenti.

DIDATTICA A DISTANZA

La didattica a distanza in un futuro potrà rimpiazzare la didattica classica?” Questo è un quesito che oramai da giorni sto domandando tra me e me. La risposta potrebbe essere: “sì certo!”, ma questa risposta può sopraggiungere soltanto dopo un efficace coordinamento dei nostri docenti. Le devo purtroppo segnalare che molti insegnanti non sono coordinati dai propri dirigenti scolastici, e quindi si sentono liberi di fare ciò che è di loro piacimento, essendo loro stessi allo “sbaraglio”. Esprimo il mio dissenso davanti a queste inconvenienti situazioni che ricorrono nelle scuole italiane. Giustamente ogni istituto scolastico gode di ampie autonomie e in ciascun docente vige il famoso principio della libertà di insegnamento, ma a mio avviso tali diritti costituzionali dovrebbero essere regolati in questi momenti poco favorevoli per la didattica italiana da una direttiva ministeriale comune. A questa mia affermazione c’è una motivazione: c’è il rischio che gli alunni di tutt’Italia in questo momento di emergenza non vengano assistiti nella stessa maniera. Di quest’ultimo punto citato ne parleremo meglio nella sezione dedicata alla valutazione.

Attualmente io in prima persona sto seguendo le lezioni online, tramite l’applicativo meet di Google Suite for Education, e devo rassicurLa perché in alcune materie (ad esempio matematica) riscontro più interesse nella modalità a distanza che fisicamente tra i banchi di scuola. Quest’ultimo fattore è dovuto dal fatto che sono costantemente a casa e quindi ho maggior tempo per studiare e concentrarmi sulle materie che ritengo leggermente più noiose. Da segnalare bensì l’abuso di potere di molti docenti, i quali si sentono in diritto di assegnare un numero sproporzionato di compiti poiché gli stessi proferiscono “tanto avete una giornata intera per farla, e non vi lamentate sempre!”. Così facendo, stanno purtroppo trascurando l’impegno che ognuno di noi sta mettendo nello svolgere le lezioni a distanza.

Io e i miei compagni di classe il giovedì siamo costretti a seguire per ben sei ore di fila le attività virtuali e lo troviamo veramente insostenibile. Inoltre Le segnalo che abbiamo richiesto, a più riprese, dei cambiamenti ai nostri professori ma loro hanno rifiutato le nostre proposte. Nonostante questo parametro sia vigilato dai dirigenti scolastici, Le chiedo di intervenire per questa questione. Si potrebbe rimodulare l’orario scolastico istituendo delle semplici lezioni pomeridiane da rendere così questo momentaneo strumento didattico piacevole e coinvolgente. Vorrei citare in appello due miei docenti, i quali si sono resi disponibili ad aprire una finestra di dialogo, con il fine di stabilire democraticamente i giorni e gli orari di lezione: essi sono veramente da ammirare! Questo per farLe capire che il mio intento è di non cadere nel classico errore di “fare di tutta l’erba un fascio” perché da questo fascio d’erba possiamo ritagliare una piccola parte del corpo docente, che sta continuando a svolgere il proprio lavoro con grande impegno e entusiasmo, nonostante alcuni di essi sono poco amanti delle tecnologie. Un grazie non basterebbe, nemmeno a Lei Ministra Azzolina perché insieme state portando avanti il percorso d’istruzione di noi ragazzi italiani. Anche se purtroppo alcuni allievi utilizzano le piattaforme DAD in maniera impropria, assumendo dei comportamenti inadeguati non permettendo la corretta esecuzione delle lezioni ai professori, ma questo fortunatamente non rientra nelle mie problematiche poiché la maggior parte dei miei compagni sta riscontrando atteggiamenti di maggiore interesse nelle lezioni, poiché annoiati costantemente a casa. Purtroppo, questo metodo di fare lezione ha degli svantaggi per alcuni, che purtroppo non hanno ambia risorse economiche tali da permettersi una connessione internet stabile, necessaria per svolgere le lezioni e apparecchiature dotate di webcam e microfono, indispensabili ai prof nel caso di interrogazioni o per semplici domande. Alle persone, che purtroppo non dispongono di quest’ultime apparecchiature, andrebbero forniti dei dispositivi idonei, tali da poter svolgere le lezioni con maggior semplicità per tutti.

STANZIAMENTO FONDI PER LA DIDATTICA A DISTANZA

In data 26 Marzo Lei ha firmato, con l’appoggio dell’esecutivo Conte, il Decreto Legge n. 18 “Cura Italia” stanziando 85 milioni di euro in favore della formazione a distanza. Sul web spopolano molte critiche, alcune sensate e altre che non possono essere etichettate come tali, ma io ora Le voglio esprimere la mia opinione a riguardo che a mio parere può essere costruttiva ai suoi occhi.

Analizzando l’attuale situazione economica, come Lei ben sa, il nostro paese riversa in uno stato veramente indecente, a causa della grande recessione del 2008. Oggi come oggi in Italia si annota un grandissimo tasso di povertà (circa l’8,3% della popolazione residente) e in questi drammatici dati rientrano anche molti bambini, ai quali spesso viene garantito un pasto giornaliero grazie ai servizi sociali comunali. Questo per farLa riflettere che da questo enorme stanziamento potremmo ritagliare un’enorme fetta e destinarla alle strutture ospedaliere e a famiglie che riscontrano difficoltà a fare la spesa. Ovviamente, come mi raccomanda sempre la mia docente di italiano, ogni tesi personale deve essere accompagnata da una valida argomentazione.

L’utilizzo di una fetta dello stanziamento degli 85 milioni nella sanità è sostenuto dalla denuncia degli ospedali, i quali dichiarano di essere al collasso! Capisco l’importanza della D.A.D., però al momento l’urgenza prioritaria è il comparto salute del suo collega Speranza, in carica con il titolo di Ministro della Sanità. Questo perché Ministra la vita è una sola e ahimè il virus non risparmia nessuno, compresi noi giovani. Le conseguenze delle crisi economiche interne alle famiglie sono i ricorrenti episodi di saccheggi nei supermercati italiani, notizia appresa dai notiziari nazionali. Ad opera di tali sono anche genitori che pur di assicurare al proprio figlio un pasto caldo, decidono di mettere a rischio la propria fedina penale, un po’ come è successo nella rivoluzione francese della fine del 700. Siccome Lei ha origini di Siracusa, sa benissimo quali sono le problematiche che sono ricorrenti al sud del nostro paese e, come è giusto che sia, hanno bisogno dell’aiuto del vostro governo e magari questi episodi possono essere d’input per futuri DPCM a loro sostegno.

Il Suo investimento non è del tutto sbagliato, in quanto l’argomento cibo è strettamente collegato con il problema della dotazione informatica. Ma comunque, acquisita la drammatica situazione salutare e di benessere degli italiani, si poteva riflettere a un investimento ridotto nel comparto scuola, compensando così il diritto allo studio. A tale vorrei appuntare dei motivi di tipo tecnici, e ci tengo a denunciarli in quanto tali appunti sono contenute nel mio bagaglio scolastico da futuro perito informatico:

  • ci sono abitazioni in Italia che non sono raggiunte da linee dati (adsl o 3g/4g): un problema che non si risolve neanche in due anni;
  • anche se lo Stato fornisse questi strumenti tecnologici, bisognerebbe insegnare poi alle famiglie ad usare una tecnologia che non hanno mai avuto in casa prima d’ora: un problema che non si risolve in due mesi;
  • anche qualora lo stato pagasse per loro (canone adsl, telefoni, tablet, pc), sarei curioso di sentire cosa direbbero poi i membri dell’opposizione, lapidandoLa in tv la per la disparità nei confronti di tutto il resto d’Italia che si paga da tempo in autonomia tutto ciò. Gli studenti di serie B diventerebbero immediatamente di serie A e viceversa.

Nel nostro paese, a differenza di altri molto più sviluppati, la scuola pubblica, che è stata smantellata e ridotta all’osso negli ultimi trent’anni, è assolutamente impreparata davanti a questa fase emergenziale. Sprecare decine di milioni di euro ora per rimpiazzare la didattica con una estemporanea “didattica a distanza” al fine di valutare gli studenti è una grave irresponsabilità da parte delle istituzioni.

Un altro rischio da tener d’occhio è a riguardo agli utilizzatori di questi supporti informatici. Si incombe nel rischio che alcune famiglie, pur di impossessarsi di un tablet in più, dichiari di non possederne uno pur di aggiungendone così uno alla propria collezione. Complice di ciò la classica mentalità italiana che ha il fine di imbrogliare il prossimo… Bensì sarebbero da modificare i parametri degli acquisti del 18app, proposto dalla riforma “Buona Scuola” dell’esecutivo Renzi, perché noi studenti potremmo aver bisogno di un PC o di un qualsiasi altro strumento utile alla didattica, e al momento non è concesso. Anche se la scorciatoia per comprare ciò che si vuole la conosciamo tutti, questo non lo si può nascondere.

VALUTAZIONE A DISTANZA

L’argomento più acceso della didattica a distanza è sicuramente la questione valutazione. Tutti noi studenti siamo ansiosi su come opereranno i nostri docenti. Alcuni di essi hanno iniziato a interrogare ed assegnare a tale la classica valutazione numerica, e altri semplicemente valutano i compiti svolti a casa; l’invio del materiale avviene tramite la suite di Google Classroom, di cui la maggioranza dei nostri docenti ne era già abbiente, prima dell’interruzione dell’attività curricolare. Da segnalare anche la proposta di un docente che si è posto l’obbiettivo di farci svolgere una prova pratica al pc, con tanto di videocamera accesa, e fino a qui nulla da dire, ma addirittura avrebbe voluto anche la condivisione del nostro schermo personale del computer… una pratica che oltre folle direi classificabile come violazione di privacy.

Si sottolinea la necessità che sia il collegio docenti a definire i criteri di valutazione volti ad assicurare la sua omogeneità, equità e trasparenza, condizioni evidentemente impossibili in questo momento emergenziale.

La nostra maggiore preoccupazione Ministra è lo scrutinio finale di questo anno scolastico, che avverrà a giugno dopo la fine della scuola. In alcune materie non abbiamo nemmeno un voto! Molti dei miei compagni sono preoccupati sulla questione legata ai debiti formativi e il come verranno valorizzati i voti precedenti all’interruzione scolastica: per questo chiediamo chiarezza da parte Sua.

Acquisite anche le scarse dotazioni tecnologiche degli studenti italiani descritte precedentemente, il principio della sufficienza garantita a tutti è quanto di più democratico si possa fare oggi nella situazione in cui ci troviamo.

E più ci penso più trovo democraticamente corretto il sei politico per tutti in tutte le materie. Posizione che però Lei Ministra non può tenere altrimenti insorge mezza Italia.

La sua richiesta di valutare il nostro percorso scolastico è significativa, però quasi del tutto irrealizzabile perché non tutti i docenti ci conoscono alla perfezione, specialmente i supplenti precari che spesso cambiano più volte nel corso dell’anno. Sono sicuro inoltre che molti docenti non si trovano ad agio in questo sistema da Lei proposto, e quindi continueranno con il tradizionale sistema.

Circolano molte fake news nel comparto scuola, e a volte sono gli stessi studenti a renderle pubbliche, perché loro stessi cercano verità e chiarezza in questa delicata questione.

IL MIO FUTURO

Una volta concluso il mio piano di studi, il mio desiderio è quello di entrare a far parte del personale docente, nei dettagli con il ruolo di ITP con classe di concorso B16, proprio perché amo e stimo la comunità scolastica e Le confido che ambisco al conferimento al titolo di Ministro all’Istruzione. Ruolo che desidero fin da quando ero alle elementari e portavo ancora il grembiule di colore nero.

Concludo, ringraziandoLa della Sua cortese attenzione rivolta nei miei confronti e per un’eventuale Sua risposta. Certe mie affermazioni come sono utili a me e ai miei compagni possono esserle anche per studenti di tutt’Italia. Svolgere il compito di Ministra non è sicuramente semplice, ma sono sicuro che Lei ascolterà gli appelli di noi studenti. Questo è un momento difficile per la scuola italiana ma, con il supporto di tutti, riusciremo a trarne insegnamenti e benefici.

Domenico Greco